CASO BOCCIATURA, VALDITARA SI SCHIERA CON LA SCUOLA ‘CONTRO’ IL TAR

Aveva promesso di leggere la sentenza e poi nel caso intervenire e così il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara oggi spiega nel dettaglio perché non sia rimasto molto convinto dalla scelta del Tar del Lazio nel merito del caso di Tivoli che molto ha fatto discutere in questi giorni. L’antefatto: una ragazzina iscritta nella scuola media dell’Istituto comprensivo statale Tivoli V (alle porte di Roma) era stata bocciata dal consiglio di classe dopo 6 insufficienze alla fine dell’anno. La famiglia fa ricorso al Tar del Lazio e lo vince, ottenendo l’annullamento della bocciatura, del verbale dello scrutino e della pagella stessa.



Secondo la famiglia della studentessa, «la scuola non avrebbe messo in campo tutti gli strumenti necessari per aiutare la quattordicenne a sanare le lacune e recuperare nelle materie». Il Ministro Valditara era così intervenuto sottolineando la necessità di comprendere più da vicino quella sentenza: oggi al “Messaggero” il titolare del MIM risponde definitivamente, «Al Tar spettano le verifiche sulle procedure, ma nel merito devono sempre e solo decidere i docenti. L’ho letta con grande attenzione. La decisione del Tar accentua gli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali e sotto il profilo strettamente formale appare corretta, anche perché non “promuove” la studentessa, ma annulla la decisione del consiglio di classe ritenendola non adeguatamente motivata e rimettendo la decisione finale nelle mani della scuola».



“SERVE TESTO UNICO DIRITTO A SCUOLA”: L’IMPEGNO DEL MINISTRO VALDITARA

Sempre secondo il Ministro Valditara, il caso di Tivoli insegna piuttosto che occorre con urgenza «l’adozione di un testo unico del diritto scolastico, in quanto la normativa è complessa» al momento. Occorre in questo senso «ragionare in questa direzione per rendere più semplice il lavoro dei dirigenti scolastici e dei docenti»; per il Ministro dell’Istruzione è necessario utilizzare «specifiche ed esclusive competenze tecniche, in possesso di personale specializzato e formato al loro uso. Tra questi ordinamenti settoriali spicca quello scolastico, che non a caso è affidato ai docenti, e non a generico personale amministrativo. Solo i docenti conoscono bene sia le singole materie di insegnamento sia le tecniche di valutazione culturale e psicologica da applicare agli studenti».



Tornando sul caso della bocciatura “salvata” dal Tar del Lazio, Valditara rileva come «solo i docenti conoscono bene sia le singole materie di insegnamento sia le tecniche di valutazione culturale e psicologica da applicare agli studenti» e per questo i giudici non dovrebbero sostituirsi in questo campo a insegnanti e presidi. Il rischio concreto è la “valanga” di ricorsi delle famiglie nei casi di figli bocciati in classe: «Occorre allargare il discorso verso una responsabilizzazione dei genitori all’interno dell’alleanza educativa che non deve contrapporre famiglie e scuola nell’interesse innanzitutto dei giovani, contando sulla collaborazione anche della magistratura amministrativa», racconta Valditara ancora al “Messaggero”. Uscendo dal singolo caso, il Ministro annuncia di aver composto un gruppo di lavoro al MIM composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa: «L’obiettivo è proprio quello di definire norme più stringenti affinché, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino e fatte salve le verifiche sulla regolarità delle procedure, non vengano messe in discussione valutazioni puramente tecniche che presuppongono specifiche competenze interne all’ordinamento scolastico».