Il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha dichiarato guerra ai “diplomifici”, ovvero quelle scuole paritarie che rilasciano facilmente il diploma in cambio di iscrizioni costosissime. “Abbiamo avviato un piano straordinario di vigilanza per contrastare il fenomeno, mentre a livello legislativo stiamo lavorando a misure che evitino il riprodursi di storture nel sistema”, ha annunciato.



Le regioni sotto la lente di ingrandimento sono soprattutto Campania, Lazio e Sicilia, dove le statistiche rivelano che molto spesso si fa riferimento a questi istituti per accelerare l’istruzione, senza le competenze necessarie. I controlli da parte degli ispettori ministeriali avranno inizio dal possesso dei requisiti di legge per il riconoscimento e il mantenimento dello stato di scuola paritaria dal punto di vista amministrativo e burocratico. Successivamente si passerà alle verifiche sul metodo. In particolare, appurando che gli alunni iscritti siano realmente in classe al momento delle lezioni e non soltanto per gli esami. Il registro elettronico diventerà obbligatorio.



Valditara e la guerra ai diplomifici: stop ai “3 anni in 1”, la misura

Uno degli obiettivi del Governo e in particolare del Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, è quello di evitare inoltre che i “diplomifici” si riempiano proprio a ridosso degli esami di maturità. In molti, infatti, fuggono dalle scuole pubbliche per evitare di essere bocciati e si rifugiano in quelle paritarie prima delle valutazioni. Per fermare questo fenomeno, verrà introdotto un limite massimo al numero di classi quinte, che dovranno essere in quantità coerente con le classi degli altri anni di corso. Inoltre, ci sarà un numero minimo di studenti per la costituzione.



La novità più rilevante, infine, è che non sarà più consentito il consueto meccanismo dei “tre anni in uno”. Gli esami di idoneità saranno possibili per non più di due anni di corso nello stesso anno scolastico. Il presidente di commissione per questi ultimi sarà per di più obbligatorio esterno. La presa di posizione insomma è netta. “Si tratta di interventi fondamentali e non rinviabili”, ha chiarito il Ministro.