IL 25 APRILE DEL MINISTRO VALDITARA E I “VERI” FASCISTI DI OGGI

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha preso parte come tutto il governo alle varie celebrazioni del 25 aprile per la Festa della Liberazione: nel suo caso è stata la cornice di Milano che lo ha visto protagonista nel deporre la corona davanti a Palazzo Marino, sede del Comune milanese fulcro centrale della Resistenza nella Liberazione del 1945 dalla dittatura nazifascista. In merito alle tante polemiche polemiche sollevate da settimane – ed esplose ieri nelle piazze – Valditara ammonisce dicendo che il 25 aprile dovrebbe essere un giorno di gioia per il «ritorno della libertà e della democrazia».



In risposta all’ANPI che considera il Governo un nucleo di individui di cui non tutti amano definirsi “antifascisti”, il Ministro MIM prova a spegnere l’isteria collettiva sottolineando come «c’è sempre chi vuole fare polemica, lasciamo le polemiche al loro destino». Raggiunto però ieri da “La Stampa” è sempre Valditara a lanciare una netta frecciata a quella sinistra che in piazza ancora ieri urlava contro il Governo invocando il rischio di un nuovo fascismo in arrivo sotto Giorgia Meloni: «dirsi antifascisti? Dibattito strumentale di un’opposizione che, non avendo argomenti seri, da un anno e mezzo continua con questa retorica dell’allarme fascista che non esiste nel Paese e che non interessa agli italiani».



La sinistra, aggiunge Valditara, continua a perdere le elezioni anche per questa distanza enorme con la cittadinanza che non sembra affatto condividere l’allarme fascista a Palazzo Chigi (come dimostrano gli ultimi sondaggi di Antonio Noto qui, ndr): il tema è molto semplice per il Ministro leghista, ad oggi «dibattito strumentale di un’opposizione che, non avendo argomenti seri, da un anno e mezzo continua con questa retorica dell’allarme fascista che non esiste nel Paese e che non interessa agli italiani». Non c’è nessuno, chiarisce ancor meglio il Ministro dell’Istruzione, che voglia sopprimere libertà e democrazia instaurando una dittatura, semmai «colgo elementi di ‘fascismo’ all’interno di certe frange di una sinistra estrema».



Valditara rivendica poi la scelta di coinvolgere nel ricordo della Resistenza nelle scuole non solo l’associazione dei partigiani comunisti (ANPI) ma le tante sigle che parteciparono alla ribellione contro il nemico totalitario: «non può essere soltanto chi decise di schierarsi con l’Unione Sovietica e contro la Nato. Non vogliamo che venga vissuta come uno scontro tra comunisti e fascisti […] Forse a qualcuno dispiace non avere più il monopolio della Resistenza».

VOTO CONDOTTA E LOTTA AI DIPLOMIFICI: COSA HA DETTO IL MINISTRO MIM GIUSEPPE VALDITARA

Sempre nella lunga intervista a “La Stampa” il Ministro Valditara è tornato su molti dei dossier “caldi” all’interno del vasto mondo dell’istruzione ed educazione: su tutti, la recente riforma sul voto in condotta approvata in Senato e attesa ora alla Camera ma che difficilmente potrà scattare già dal 2025 in funzione.

«I tempi ci sono», garantisce Valditara che aggiunge come il tema sia comunque riportare a scuola il valorizzare i talenti e affermare nuovamente il principio della responsabilità individuale. «Chi sbaglia paga, chi rompe paga e non esistono solo i diritti ma esiste una cultura dei doveri da rispettare», spiega il Ministro in quota Lega. Occorre insomma uscire da quelli che Valditara chiama «residui della cultura sessantottina» di cui è in buona parta impregnata ancora oggi «parte della sinistra».

Da ultimo stamane a “La Repubblica” è ancora Valditara a richiamare l’attenzione sulla costante lotta ai diplomatici incardinata dal Governo fin dall’inizio del suo mandato: tra le novità principali adottate, il recupero di al massimo due anni in uno e la contemporanea presenza obbligatoria di un commissario esterno negli istituti privati per l’esame di idoneità. Spiega il Ministro di aver inviato gli ispettori nelle tre regioni dove il fenomeno è dilagante, ovvero Campania, Sicilia e Lazio: «Inoltre, abbiamo siglato un protocollo con la Guardia di finanza per segnalare immediatamente tutte quelle situazioni che riteniamo borderline dal punto di vista penale». Il disegno di legge contro i diplomatici da poco adottato dal CdM sarà al vaglio del Parlamento nelle prossime settimane per entrare in vigore entro l’estate.