Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito del Governo di Giorgia Meloni, ha commentato in una intervista a La Verità i recenti casi di violenza da parte dei genitori degli studenti contro gli insegnanti. “È un fenomeno molto preoccupante, di fronte a cui proporrò la costituzione di parte civile del ministero, valutando di chiedere anche il risarcimento del danno di immagine. Chi prende a pugni un docente o un preside dovrà vedersela anche con lo Stato”, ha annunciato.
Il lavoro da fare per prevenire episodi di questo genere, tuttavia, è profondo. “Più in generale dobbiamo rilanciare il patto educativo tra famiglie e docenti, evitando che si crei un fossato. Ho deciso di far sedere intorno a un tavolo le associazioni di genitori e studenti, insieme con le istituzioni, con l’obiettivo di costruire una grande alleanza tra i protagonisti del mondo scolastico”. L’obiettivo, insomma, è di tornare a quel principio di autorità che era in vigore in passato. “Stiamo ancora pagando gli eccessi ideologici del Sessantotto. La contestazione ha messo in crisi il concetto di autorità, che è ben diverso dalla sua degenerazione, cioè dall’autoritarismo. Se non c’è rispetto per l’autorità – l’insegnante, il carabiniere, il magistrato – lo Stato si dissolve e finiamo nell’anarchia”.
Valditara: “Genitori violenti e insegnanti, è preoccupante”. Allarme sul bullismo
Un fenomeno che preoccupa Giuseppe Valditara, oltre a quello dei genitori violenti contro gli insegnanti, è il bullismo, che il Ministro dell’Istruzione e del Merito definisce una vera e propria emergenza. “Ci sono studi scientifici che dimostrano un’amara verità: i ragazzi oggetto di persecuzioni sistematiche tendono ad avere cattivi risultati a scuola, si avvicinano pericolosamente all’abbandono scolastico, alla depressione, agli istinti suicidi, e sul lungo periodo hanno una minore aspettativa di vita”.
È per questo motivo che servono delle soluzioni efficaci. “Ho sempre pensato che per arginare il bullismo non serva la sospensione. Tenere un ragazzo fuori dalla scuola per settimane può persino portarlo ad avere contatti poco raccomandabili, col rischio di perderlo definitivamente. Piuttosto, credo che una prima risposta importante arrivi dalla reintroduzione a scuola della cultura della responsabilità e dalla attenzione alla cultura del lavoro. Gli autori di atti di bullismo potrebbero essere coinvolti in lavori socialmente utili, magari nelle case di riposo o nei centri per disabili, misure che già alcune scuole adottano nella loro autonomia”, ha concluso.