Giuseppe Valditara, Ministro dell’istruzione e del merito, in una conversazione pubblicata oggi dal quotidiano Libero, ha parlato della sua idea per la scuola e l’istruzione, sulle quali promette una vera e propria rivoluzione. “La scuola”, spiega in merito alla sua idea che parte proprio dalle riforme, “è arricchimento culturale e al tempo stesso crescita personale, deve consentire ai giovani di realizzarsi come cittadini e individui, e di affermare un proprio progetto di vita anche nel campo professionale”.



Non ha intenzione di rallentare il ministro Valditara, neanche davanti agli attacchi ideologici dell’opposizione, tanto politica quanto sociale, sarà eventualmente solo il tempo a dare ragione (o torto) alle sue azioni e riforme. Mentre sulla questione troppo discussa della parola “merito” nel titolo del suo dicastero, sostiene che “è uno strumento per realizzare pienamente la persona e la scuola deve aiutare lo studente [e] metterlo nelle condizioni di esprimere i suoi talenti“. E la sua missione, il ministro Valditara, non si limita ad esporla sui giornali, o in televisione, ma va almeno una volta a settimana in visita nelle scuole di tutta Italia, “dove incontro docenti, dirigenti e Ata motivati a fare bene, pieni di passione e di entusiasmo, e attenti soprattutto alle esigenze degli studenti”.



Il piano di Valditara per la scuola italiana

La rivoluzione scolastica che Valditara promuove ed è intenzionato ad attuare partirà da alcuni assunti fondamentali. Innanzitutto, la condizione lavorativa dei docenti, raccontando di aver già sbloccato i contratti di categoria, aumentando gli stipendi (anche se a breve diventeranno 124), “segnali importanti di attenzione e rispetto per il lavoro che il personale svolge”. Mentre ha stanziato anche 1,2 miliardi (più i 3,9 del Pnrr) destinati alla riqualificazione degli istituti.

Poi, racconta ancora Valditara a Libero, un grande piano contro la dispersione scolastica nel sud Italia, “perché tutti devono avere le stesse possibilità”. Ma anche una rivoluzione negli insegnamenti, perché “oltre alle nozioni, alla teoria e al metodo, la scuola deve essere in grado di insegnare le cosiddette soft skills“, creando un ponte tra scuole e posti di lavoro che si realizzi anche durante il periodo scolastico. Oltre a questo, però, sempre contro la dispersione, Valditara ha proposto anche la figura del docente-tutor, ovvero un facilitatore che aiuti gli studenti in difficoltà a rimanere al passo, o quelli “avanzati” ad accelerare sui programmi scolastici.