Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato in data odierna che l’esame di maturità 2022/2023 tornerà ad avere le prove istituite prima dell’avvento della pandemia di Coronavirus. A proposito della prima prova scritta, poi, ha dichiarato su “La Stampa”: “Ci saranno tracce che presumeranno la lettura dei giornali o la lettura dei libri. Il mio invito ai ragazzi è a partecipare e a essere informati sulla vita pubblica e su ciò che accade nella società. Per essere cittadini consapevoli e, quindi, maturi, occorre leggere i libri, leggere i giornali, informarsi”.
Il ministro Valditara non ha mancato poi di sottolineare come purtroppo, nella scuola italiana, sia poco diffusa la pratica della lettura dei quotidiani e dei libri e “questo è uno dei temi su cui tutta la scuola e tutte le istituzioni devono attivarsi maggiormente”, al fine di promuovere la diffusione della cultura che si veicola anche attraverso la carta stampata. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
Valditara: “Maturità? Ripristineremo modalità pre-Covid”
L’esame di maturità tornerà a svolgersi con le modalità pre Covid. Non si applicheranno più le modalità previste in seguito all’abbattersi della pandemia e la nuova maturità dovrebbe segnare un ritorno definitivo alla normalità anche per gli studenti. Le nuove modalità sono state annunciate a La Stampa dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il quale ha confermato che la legge del 2017 relativa a questo esame non verrà modificata. “Prima di decidere ho sentito esperti e addetti ai lavori. Alla fine è parsa la soluzione più ragionevole – ha illustrato il Ministro Valditara – Se dovesse funzionare male, si interverrà, ma l’idea che si cambi la maturità solo per mettere un timbro trovo sia inappropriata”.
Il ministro si è anche concentrato sul colloquio orale dell’esame di maturità, specificando che “il colloquio interdisciplinare deve valorizzare le competenze degli studenti e verificare la loro capacità di fare collegamenti tra le materie”. Per Valditara non si tratterà quindi di “un colloquio disciplinare, non deve esserci l’interrogazione in italiano, in greco o in matematica” poiché “le competenze disciplinari sono già state accertate con il giudizio finale che ammette all’esame di Stato”. E annuncia che “su questo invierò una circolare che chiarirà esattamente come andrà svolto il colloquio”.
Esame di maturità e prove Invalsi, Valditara: “prove aderenti alle loro finalità”
Il ritorno alle modalità pre Covid per l’esame di maturità sembra costituire un segnale di ritorno alla vita normale conosciuta prima della pandemia. Una situazione che, secondo il ministro Valditara, “è finita almeno per la maturità”. Intervistato da La Stampa, precisa come la pandemia “abbia lasciato degli strascichi”, tra cui “l’aumento del bullismo, uno smarrimento di molti giovani che si trovano più in crisi nell’affrontare il percorso scolastico. Mi riferisco alla sempre più accentuata assenza di socializzazione“.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha anche affrontato la questione delle prove Invalsi, che costituiranno un requisito di accesso all’esame di maturità, sottolineando che non si tratta di “una valutazione delle competenze ai fini del giudizio”, ma piuttosto “serve a finalità statistiche, per comprendere le competenze acquisite dalla comunità scolastica non dai singoli. Le prove dovranno essere più aderenti a queste finalità, quindi non potranno essere astruse o non strettamente finalizzate all’obiettivo del test”.