Il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara è tornato a parlare della scuola che a Pioltello, vicino a Milano, ha deciso che il prossimo 10 aprile sarà chiusa per celebrare la fine del Ramadan. Un caso che ha creato un vero e proprio putiferio e sul quale nei giorni scorsi il ministro ha voluto avviare un’indagine, che ha motivato con il rispetto della legge che definisce chiaramente che le festività scolastiche vengono decise delle Regioni e possono essere modificate solo per ragioni collegate strettamente alla didattica.



Un punto, quest’ultimo, sul quale il ministro Valditara è voluto tornare nella giornata di oggi, parlando con i giornalisti proprio della scuola chiusa per Ramadan, in calce all’inaugurazione di Didacta Italia a Firenze. “L’ufficio scolastico”, ha spiegato, “deciderà in totale autonomia: io ho posto un problema di rispetto della legge, della legalità, delle regole più che altro. Ribadisco che ogni provvedimento deve essere motivato; che se la regione Lombardia fissa tre giorni di deroga devono essere tre e non possono essere di più; che le scuole non possono creare nuove festività, ma”, ribadisce ancora una volta Valditara, “possono legittimamente derogare al calendario per motivi di carattere didattico”.



Scuola chiusa per Ramadan, Valditara: “Ricevo minacce di morte ogni giorno”

Inoltre, sempre parlando della scuola chiusa per Ramadan, il ministro Giuseppe Valditara ha voluto anche riconoscere “il grande lavoro del dirigente scolastico [e] dei docenti che operano in condizioni difficili”. Infatti, il ministro ha spiegato che “ricevo quasi quotidianamente minacce di morte, insulti, minacce varie”, sulle quali ci tiene a sottolineare che “non appartengono alla civiltà”, invitando “chiunque sia” a smetterla di “insultare questo o quello, nel caso di specie il preside”.



Chiudendo il suo breve intervento, poi, il ministro Valditara ha voluto porre l’accento su di un “dato particolarmente inquietante” sul quale potrebbe essere importante “avviare una riflessione seria”. Infatti, spiega, “nonostante gli sforzi notevoli dei professori e del preside, il livello di competenze in italiano con risultati deboli L1 ed L2 nella scuola di Pioltello è, al termine delle medie, del 50,5%, mentre invece la media lombarda è 33,3%“.