Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in una intervista a Libero Quotidiano, ha chiarito la questione relativa al limite di studenti stranieri nelle classi che aveva proposto nei giorni scorsi: “Esiste già una circolare del 2010 che stabilisce il tetto massimo al 30%. Noi dobbiamo ripartire da lì e capire innanzitutto perché questa disposizione è poco applicata. Tempo fa in provincia di Milano c’era un istituto che aveva una classe con il 90% di studenti italiani e un’altra con il 70% di stranieri. Il nuovo preside ha riequilibrato la situazione”.



Uno scenario di questo genere, secondo l’esponente del Governo di Giorgia Meloni, non fa bene a nessuno. “L’obiettivo è fare una vera integrazione e non creare classi ghetto. Certamente serve un maggior coordinamento tra le scuole, un maggior intervento degli uffici scolastici regionali e un maggior coinvolgimento dei Comuni”, ha sottolineato. Anche in aula però il lavoro non manca. “Noi dobbiamo far sì che gli stranieri si sentano parte della nostra comunità, assimilino i valori costituzionali, le regole fondamentali della nostra cultura. La scuola ha in questo un ruolo fondamentale”.



Valditara: “No a classi ghetto, limite a stranieri può favorire integrazione”. Le misure del Governo

Giuseppe Valditara ha poi esposto alcuni dati che mostrano come l’esperienza degli stranieri nelle scuole italiane non sia sempre rosa e fiori. La dispersione scolastica tra gli alunni stranieri è del 30,1% contro il 9,8% degli italiani. È impressionante. Poi c’è un altro aspetto che deve far riflettere: il rendimento in italiano di uno studente straniero è del 22% inferiore rispetto a un nostro connazionale. Cioè perde un anno. È un divario che, se si vuole fare integrazione, si deve colmare”, ha ribadito.



Da qui l’accusa alla sinistra di avere promosso la multietnicità ma senza adottare misure utili a favorirla. “Noi intendiamo formare insegnanti per rispondere a queste necessità. Chi ne ha bisogno deve potere avere un percorso di potenziamento a parte per riuscire a colmare questo divario di rendimento. Italiano e matematica sono le materie più preoccupanti. Stiamo reperendo le risorse necessarie”.