IL “PATTO REPUBBLICANO” PROPOSTO DAL MINISTRO VALDITARA: “ACCORDO GOVERNO-OPPOSIZIONE”

Invocare un “patto repubblicano” nel 2023 risulta forse un po’ desueto però è così che lo definisce il Ministro dell’Istruzione in quota Lega Giuseppe Valditara nella chiacchierata con il direttore de “Il Foglio” Claudio Cerasa: dopo i risultati delle Regionali e dopo l’assoluzione di Berlusconi nell’ennesimo processo del caso “Ruby”, il titolare del MIUR non passa all’incasso e tende invece una mano all’opposizione chiedendo un accordo possibile su 3-4 punti all’ordine del giorno per traghettare del tutto il Paese fuori dalla crisi. «Serve un patto repubblicano, lo penso davvero», dice Valditara spiegando la natura dell’appello da lui lanciato, «Credo che la politica debba entrare in una fase nuova che non faticherei a definire di legittimazione reciproca, che non significa che l’opposizione rinunci a coltivare le proprie differenze, le proprie idee, ma significa non considerare l’altro come un nemico. L’opposizione ha il diritto naturalmente di criticare tutto quello che pensa sia opportuno criticare, rispetto all’attività del governo, ma allo stesso tempo dovrebbe capire quanto sia dannoso delegittimare il governo in modo pretestuoso, inventando false polemiche, e arrivando a portare fuori dai nostri confini un messaggio negativo rispetto a ciò che è oggi l’Italia».



Attenzione, il “patto repubblicano” vale secondo Valditara tanto per l’opposizione quanto per la maggioranza, «l’appello fatto giorni fa da Giorgia Meloni e Matteo Salvini di abbassare i toni è certamente condivisibile». Un patto, sì, “repubblicano” (come fu il Patto del Nazareno, tanto per intendersi) da estendersi su 4 punti cardinali: Costituzione; scuola; giustizia; riforme. Addentriamoci nelle singole proposte del Ministro, a partire dalla “difesa” della Costruzione dopo le polemiche di alcuni esponenti del Centrodestra al monologo di Benigni a Sanremo: «Sto dicendo che la Costituzione, nella sua prima parte, incarna la bellezza dell’Italia. E per questo, nei prossimi giorni, abbiamo scelto di lanciare una campagna per portare la Costituzione nelle scuole, per spiegar- la, per raccontarla, per valorizzarla». In secondo luogo, il titolare dell’Educazione rilancia il tema della riforma scolastica: spiega Valditara, «Penso che, in una stagione come quella in cui viviamo, all’interno della quale gli studenti hanno bisogno di contaminarsi con il mondo del lavoro, dovrebbe essere interesse di tutti, non solo di una parte, rafforzare l’alternanza scuola lavoro, migliorandola, rendendola ancora più sicura, creando un rapporto positivo con le imprese ma evitando di togliere ai ragazzi un’opportunità di crescita che considero decisiva».



SCUOLA E UCRAINA, L’APPELLO DEL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE VALDITARA

Un patto “repubblicano” che per Valditara non può non passare anche dal tema della giustizia, seguendo in pieno la riforma annunciata dal Ministro Carlo Nordio: «vorrei soffermarmi su una necessità assoluta, che non dovrebbe più essere materia di divisione tra le forze politiche. Mi chiedo se sia solo di destra o interesse di tutti augurarsi che in Italia vi sia una autentica separazione tra i poteri. Mi chiedo se sia di destra o interesse di tutti augurarsi che l’Italia possa avere sempre meno magistrati desiderosi di esondare dalle proprie funzioni. Mi chiedo se sia di destra o interesse di tutti augurarsi che la giustizia non venga utilizzata come una clava per aggredire i propri avversari politici», spiega ancora al “Foglio” il ministro leghista. Il quarto e ultimo punto dell’accordo invocato tra maggioranza e opposizione riguarda il vasto tema delle riforme istituzionali, a cominciare dall’Autonomia differenziata: «Non si può dunque demonizzare la proposta di legge del governo che attua norme costituzionali approvate fra l’altro da una maggioranza di centrosinistra».



Non solo, per Valditara un punto da discutere attivamente è la riforma del presidenzialismo, in quanto al centro del programma del Centrodestra «anche su questo abbiamo chiesto il voto e anche per questo siamo stati votati. Ciò che interessa al centrodestra è spingere l’Italia verso una nuova stagione di governabilità, lontana dal consociativismo». Meno dogmi, meno punti “divisori” tra i partiti e anche dentro le coalizioni, ma più «dialogo»: questo invoca il Ministro dell’Istruzione per poter arrivare a maggior risultati riducendo le polemiche. Chiosa finale sul fronte Ucraina e sul valore di una guerra vissuta da un punto per ora esterno come il nostro in Italia: «Mi auguro che un giorno i libri di storia possano celebrare quello che l’Ucraina ha fatto per il suo popolo e anche per l’Europa. Ha difeso la sua libertà. Ha difeso la patria. Ha difeso un popolo. Ha difeso la dignità di un essere umano. E ha costretto l’Europa a fare quello che non sempre l’Europa riesce a fare. Creare un senti- mento europeo. Alimentare il senso di solidarietà. Scommettere sulla coesione. E offrire risposte concrete, seppure a volte tardive, per sostenere un paese e un popolo aggredito. Nel mio piccolo, per quel che conta, non smetterò mai di ringraziare quel popolo per quel che ha fatto per difendere la libertà»