Che Atalanta-Valencia, storico ottavo di andata della Champions League, sia stato un focolaio di Coronavirus per la città di Bergamo è una teoria che viene presa per vera o comunque fortemente plausibile da parecchi addetti ai lavori; del resto all’epoca non si parlava ancora di totale emergenza ed eravamo ancora lontani dall’eventualità del lockdown. Ora però il club spagnolo, eliminato dalla Dea che ha centrato per la prima volta di sempre un quarto di finale della principale competizione europea, avrebbe chiesto ufficialmente alla Uefa di indagare sulla posizione di Gian Piero Gasperini. Marca ha infatti riportato le dichiarazioni di Ana Barcelò, responsabile del dipartimento sanitario del Valencia, che ha definito poco responsabile il comportamento dell’allenatore dell’Atalanta. La protesta dei pipistrelli fa riferimento all’intervista che il tecnico piemontese ha rilasciato a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha rivelato di aver avuto il Coronavirus.



VALENCIA VS GASPERINI: POSSIBILE INCHIESTA UEFA

“Gasperini sapeva di andare in una zona rischio: non sarebbe dovuto venire a Valencia”. Così Ana Barcelò su Marca: il quotidiano riporta che il Valencia pretende una risposta anche da parte delle autorità sanitarie italiane. L’allenatore dell’Atalanta ha confessato di essere stato malato di Coronavirus: lo ha scoperto solo quando i test sierologici hanno verificato la presenza di anticorpi, ma nel corso della sua intervista ha anche ammesso di sentirsi a pezzi il giorno prima della partita che la Dea ha poi vinto al Mestalla, e di essere stato peggio anche nel pomeriggio della gara. Era il 10 marzo: l’Italia entrava ufficialmente nel lockdown che sarebbe stato totale fino al 4 maggio, di lì a poco sarebbe arrivato lo stop al campionato di Serie A (così come agli altri tornei di calcio, e di tutti gli sport) e di Champions ed Europa League. Ora, il punto del Valencia è che Gasperini non avesse la certezza di aver contratto il Coronavirus ma che, di fatto, lo sapesse dai sintomi e dalle condizioni di salute.



Il diretto interessato lo dice, citando la perdita del gusto, il timore di contagiare la sua famiglia e la paura di finire in ospedale, il tutto mentre sentiva costantemente le sirene delle ambulanze squarciare il cielo di Bergamo. Per questo motivo il club spagnolo ritiene che il tecnico avrebbe potuto evirare la trasferta; già alla fine di febbraio dalla Spagna si era diffuso un sentimento “anti-Italia” e si erano alzate voci contrarie alla presenza di tifosi bergamaschi al Mestalla. Effettivamente la partita è stata giocata a porte chiuse, ma poi ci sono stati i casi di Marco Sportiello e di qualche calciatore dello stesso Valencia che si sono ammalati di Coronavirus. Non è chiaro cosa possa succedere dall’eventuale inchiesta della Uefa: certamente nulla a livello sportivo visto che le precauzioni sul pubblico sono state prese e il comportamento di Gasperini, per quanto irresponsabile, non ha certamente avuto effetti sull’esito della sfida. Staremo a vedere quale sarà la decisione della Federazione europea in merito a questo caso.

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