Valentina Angiolini: “Il cognome di zia Ambra aiuta”

Valentina Angiolini, pugilessa romana di 26 anni e nipote di Ambra, si racconta sulle pagine de La Repubblica. Il cognome “Da una parte aiuta, è innegabile. Susciti curiosità, è più facile ottenere attenzione. Poi c’è il rovescio della medaglia, le tante aspettative solo perché porti quel cognome. Ma il ring non fa sconti”. Valentina è la figlia del fratello di Ambra, e quando gli impegni lo permettono, corre a vedere la nipote. Inoltre, “A volte è venuta ad allenarsi in palestra con noi. Ma niente guantoni, quelli non li ha mai messi”.



La nipote, invece, non riesce a stare lontana dal ring: “Io senza pugilato non so stare. Tra Covid e università sono stata 3 anni senza combattere, ma non ho mai smesso di allenarmi. Ho fatto 35 match da dilettante, sono arrivata seconda in un torneo internazionale in Polonia e ho preso l’argento ai campionati universitari. Questione di Dna, mio padre è appassionatissimo di sport da combattimento. La prima volta che ho infilato un guantone è stata come una folgorazione…”.



Valentina Angiolini: “Il mondo dello spettacolo? Sono troppo timida”

Al contrario della zia, a Valentina Angiolini non interessano le luci dello spettacolo, ma come racconta a Repubblica, “Ogni tanto mi concedo qualche serata di ballo: salsa, latino americano”. Riguardo la zia, racconta: “Ero piccolissima quando nonna metteva le cassette e su T’appartengo mi scatenavo. Una canzone intramontabile, visto che successo quando l’ha cantata a X Factor?“.

Valentina non ha mai pensato ad una carriera nel mondo dello spettacolo, come la zia: “Impossibile. Troppo timida, troppo introversa. Riesco a restare tranquilla quando so di avere fatto al massimo la preparazione, ho la giusta ansia il giorno dell’incontro ma questo è un fattore positivo. E poi so di andare a stare bene, il ring è il mio giardino felice“. La sua vita, però, non gira solo intorno allo sport: “Mi alzo alle 5, dalle 6 alle 7,30 corro, poi vado al lavoro. Ho preso la laurea magistrale, sto facendo un dottorato di ricerca. Poi nel pomeriggio mi alleno di nuovo“.