VALENTINA APREA: “ADDIO A FORZA ITALIA DOPO MANCATA NOMINA COME SOTTOSEGRETARIO AL MIUR”

L’ex deputata e responsabile scuola in Forza Italia Valentina Aprea ha annunciato questa mattina di aver abbandonato il partito che l’ha vista entrare in politica nel 1994, tra le primissime donne chiamate da Silvio Berlusconi per entrare in Parlamento con la “rivoluzione liberale” post-Tangentopoli. «Con grande amarezza e stupore» – si legge nel messaggio circolato tra i parlamentari forzisti, dopo la comunicazione diretta al Presidente di FI – «e nonostante la promessa fattami personalmente dal presidente Berlusconi nella sera del 26 settembre, all’indomani dell’infausto risultato elettorale nel mio Collegio, ho appreso dalla stampa di non aver ricevuto l’incarico di sottosegretario all’Istruzione».



Per giorni tra le possibili candidate ad un posto nel Governo nel “totoministri”, poi data come favorita per un ruolo di sottosegretario all’Istruzione, suo ambito di competenza specifica: eppure Valentina Aprea non è stata chiamata, vedendo oggi giurare a Palazzo Chigi i 31 sottosegretari dell’esecutivo. In particolare Aprea è stata “superata” nella concorrenza al ruolo presso il MIUR da Paola Frassinetti di Fratelli d’Italia: e dunque dopo la delusione personale e politica, l’ex parlamentare (candidata ma non eletta nel suo collegio elettorale alle Politiche 2022) getta la spugna e annuncia il suo addio al partito che rappresentava da ormai 28 anni fa. «Forza Italia non era certo tenuta a recuperarmi – si legge ancora nel messaggio di Aprea – però in questo mese ho continuato a credere possibile un mio rilancio per diverse ragioni»; in primis, l’ex assessore all’Istruzione in Regione Lombardia (2012-2018) spiega di aver confidato nel suo rapporto con Berlusconi e per l’impegno dal Cav. profuso anche davanti «ad altri parlamentari lombardi». Da ultimo, conclude Valentina Aprea, «confidavo nel fatto che in tutti questi anni ho promosso, nel nome del partito, visioni politiche ed azioni di successo nel settore dell’Istruzione».



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Valentina Aprea nel suo messaggio di addio a Forza Italia rivendica di aver inserito nel PNRR diverse leggi «da noi e da me fortemente volute e sarebbe stato un vantaggio per FI curarne l’attuazione e continuare a intestarsi il merito di averle volute». Non è andata così e l’amarezza per l’ex deputata è stata talmente cocente da optare per abbandonare il partito che l’aveva lanciata in politica nel ’94. Si va avanti, conclude Aprea, «probabilmente, anzi sicuramente Fi non ha più bisogno di me, anche se non la pensano così i tanti ‘mondi’, dalla Cei, a Confindustria, ai sindacati, ai dirigenti, ai docenti e alle famiglie che in queste ore mi hanno comunicato la loro sorpresa per il fatto che proprio io, la fedelissima di Berlusconi, e, a dir loro, la più esperta e più competente, ero rimasta fuori dal Governo».



Nonostante la forte delusione, Valentina Aprea non imputa alcuna colpa a Berlusconi: «non rinnegherò mai la mia storia, la mia passione per Fi e la riconoscenza per Berlusconi, ma ora è giunto il momento di lasciarvi». Semmai la punta velenosa di critica viene scagliata contro le diverse anime interne a FI: «prendo atto che qualcuno ha deciso diversamente nel partito». In un solo giorno Valentina Aprea e Letizia Moratti (anche se quest’ultima non aveva incarichi di partito negli ultimi anni e oggi ha deciso di lasciare la giunta di Regione Lombardia probabilmente candidandosi in lista civica “contro” il Centrodestra): non si ferma la “diaspora” interna a Forza Italia, con diversi elementi anche storici del partito fondato da Silvio Berlusconi nel 1994 che hanno deciso di abbandonare “la nave” dopo la svolta della caduta del Governo Draghi, o in protesta con la “subalternità” a Lega e FdI in questo nuovo Governo Meloni. Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Renato Brunetta, Andrea Cangini, Giusy Versace, Annalisa Baroni, Rossella Sessa e Paolo Russo: e poi diversi elementi nei circoli locali, territoriali, regionali. La crisi continua e dopo che la lunga schiera di non-eletti non ha visto gli sperati ingressi in CdM e sottosegretari/viceministri, Forza Italia guarda il futuro con preoccupazione e con dinamiche interne tutt’altro che “semplici”. Un problema per Berlusconi, Ronzulli e Tajani; ma un problema anche, alla lunga, per il Governo Meloni.