Sono in tanti, in queste ore, a ricordare Paolo Bucinelli, conosciuto con il suo nome d’arte Solange, trovato senza vita nella giornata di ieri. Una scomparsa che ha lasciato in tanti interdetti anche per via delle cause non del tutto chiare che hanno portato alla disposizione della autopsia. Tra coloro che l’hanno voluto ricordare con messaggi di cordoglio il sensitivo e volto televisivo c’è anche Valentina Diouf, l’azzurra della pallavolo, la quale con un lungo post su Instagram ha voluto ripercorrere i ricordi più belli legati proprio a Solange. A fare da contorno alla lunga didascalia, una serie di scatti di Bucinelli e Valentina in diversi momenti della vita di entrambi. “Tantissimi ricordi della mia infanzia sono legati a te, Paolo. Si perché per me non sei mai stato Solange ma solo Paolo, la zia Paolo precisamente”, ha esordito la pallavolista.
La Diouf ha spiegato il motivo di tale appellativo in qualche modo bizzarro: “Perché tu eri arcobaleno quando ancora non c’era questo termine. Hai sempre vissuto liberamente la tua sessualità e il tuo essere magnificamente stravagante. Vestivi in maniera eccentrica ed io che ero una bambina che si vergognava anche della sua ombra ti ammiravo”.
VALENTINA DIOUF RICORDA SOLANGE: IL TOCCANTE ADDIO
I ricordi di Valentina Diouf dei momenti vissuti con Solange sono svariati, come quando Paolo Bucinelli le presentò un fidanzato senza che lei riservasse particolare importanza al fatto che non fosse una donna, “perché per me è sempre stata una cosa normalissima la libertà di scelta”. Ripensando a Solange, oggi sono tanti gli insegnamenti che Valentina riconosce in semplici gesti del passato: “Mi ricordo quando mi hai regalato quel toppino fucsia con le piume, avrò avuto 6-7 anni forse, e mi hai detto di sfoggiarlo con fierezza di sentirmi libera di essere chi volevo. In pubblico non l’ho mai indossato perché era presto, non avevo capito il messaggio che volevi darmi, ma poi quel toppino con le piume è diventato metaforico e io lo porto con me tutt’ora”, ha ammesso. Diouf ricorda anche grande nostalgia quelle telefonate intercorse tra lui e la madre “perché eravate tutti e due soli e tu ci rallegravi le serate inventando storie e imitando la voce dei personaggi”. Tante le risate condivise e mille le esperienze vissute insieme. “Mi ricordo la dolcezza della tua mamma la Signora Corolla. Eravamo una famiglia diversa ma pur sempre una famiglia. Poi abbiamo preso strade diverse, ma comunque quello che c’è stato ha contribuito a formare la persona che sono oggi”, dice oggi Valentina che rivolge a Paolo i suoi ringraziamenti per tutto questo e molto di più.