Angela Maraventano all’attacco di Carola Rackete. L’ex vicesindaco leghista di Lampedusa ha denunciato ai microfoni di Rai Radio2 il comportamento della capitana tedesca della Sea Watch 3. «È una criminale, io abito sul porto, ho visto tutto, questa nave è partita di corsa, come un razzo, voleva l’incidente, cercava di ammazzare qualcuno», ha dichiarato nel corso del format “I Lunatici”. Parole forti, come quelle con cui accusa quelli della Sea Watch di essere «complici di chi traffica carne umana». E non i fida neppure della versione fornita dalla Ong: «Qui c’è una situazione particolare, all’aeroporto ci sono due elicotteri che fanno la spola tra Lampedusa e la Libia, vorrei capire dove sono stati trovati i naufraghi a bordo della Sea Watch, non credo a una parola di quello che dicono». L’auspicio di Angela Maraventano è che finisca in carcere. «Voleva ammazzare tutti quelli che aveva davanti, è entrata in porto come un razzo».
ANGELA MARAVENTANO CONTRO CAROLA RACKETE MA…
Ma Angela Maraventano ha fatto parlare di sé anche perché si è portata i sostenitori della Lega a Lampedusa al porto dove è sbarcata la Sea Watch 3. L’ex senatrice del Carroccio ha urlato davanti alla nave chiedendo legalità in una terra che, a detta sua, non ne ha per colpa dei migranti. Eppure nelle ultime ore è stata tirata in ballo la sua condanna nel 2012 per non aver versato quanto dovuto all’Inps. Si trattava dei contributi di un dipendente che lavorava nel suo ristorante, nello specifico di 4.200 euro, come riportato da Giornalettismo. Ma allora la legalità funziona a giorni alterni? Questa notte comunque si è messa in mostra urlando la sua ribellione contro i migranti e la Sea Watch: «Non fate scendere nessuno perché stasera ci scappa il morto», la minaccia davanti alle telecamere. «L’Italia è stata invasa da questi», ha continuato a urlare. Ma la “pasionaria” leghista salì agli onori della cronaca per la proposta di annettere Lampedusa alla provincia di Bergamo, un’idea riproposta in più occasione e che è stata sempre ignorata anche dal Carroccio stesso.
IL SESSISMO DI VALENTINA MAZZACURATI
E poi c’è Valentina Mazzacurati, 29enne emiliana originaria del Ruanda e simpatizzante della Lega. «Possiamo fare qualcosa per farla assomigliare a una donna? Se fossi conciata così, forse anche io mi dedicherei a fare la scafista», ha scritto sui social. Ma l’ex forzista ed ex candidata alle comunali di Modena con una lista a sostegno della Lega è stata anche protagonista di una lite a La Zanzara con i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo. «Per me la Rackete non assomiglia a una donna. Ha i rasta (dreadlocks, ndr), non si riesce a capire se è un uomo o una donna, si veste in un certo modo, quindi non è decorosa. Non rappresenta le donne, io non mi sento rappresentata da una donna vestita da sciattona». Dura la replica di Parenzo: «Carola Rackete guida una nave dove ci sono dei profughi. Non è una simpatica deputata della Lega, o non deputata (meglio ancora), che si deve sistemare i capelli dal parrucchiere perché durante il giorno non ha un cazzo da fare». La replica è agghiacciante: «Già coi rasta rappresentiamo i borderline della società. Gli uomini a cui piacciono quelle donne lì frequentano i centri sociali. La donna, per sua essenza, deve essere composta e presentabile».