Non è la prima volta che lo dice ma è col passare del tempo per Valentina Misseri la verità sul caso di Avetrana è molto più semplice di come media e giudici l’hanno sempre considerata: il padre è colpevole, la madre e sorella sono invece innocenti. Era il 26 agosto 2010, sono passati 10 anni da quelle terribili ore in cui la 15enne Sarah Scazzi venne uccisa e fatta ritrovare 42 giorni dopo dallo zio, Michele Misseri. Venne accusato e condannato ad 8 anni lui per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove, mentre la figlia Sabrina e la moglie Cosima Serrano sono state condannate all’ergastolo per l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Da ultimo, il “caso Avetrana” ha visto la condanna anche di Carmine Misseri, fratello dello “zio Michele” e anche lui in carcere per occultamento di cadavere: per Valentina la vita è stata travolta forse per sempre dopo quegli anni di indagini, “circhi mediatici” e accuse su accuse. Lei è l’unica non in carcere, era a Roma e da lì oggi racconta al Fatto Quotidiano la sua versione: «Se quel giorno in casa ci fossi stata anche io, sarei finita sicuramente in carcere. Anche se non avessi fatto nulla», spiega la sorella di Sabrina Misseri che si dice sempre convinta che nonostante le indagini su mezza Avetrana, «è solo mio padre il vero colpevole» (come del resto lui continua a ripetere da tempo).
L’INTERVISTA A VALENTINA MISSERI
Ma dunque perché si arrivò alla condanna di Sabrina e Cosima? Secondo Valentina Misseri il dato è semplice, «stavano antipatiche a tutta Italia. L’opinione pubblica ha pesato sulla sentenza. Hanno detto che Sabrina era brutta, cattiva e invidiosa. Ma non è così. Mia sorella è una bella ragazza, era anche molto corteggiata e mia madre era una grande lavoratrice». Nel colloquio con il Fatto Valentina rivela di non aver mai perdonato papà Michele, ma non l’ha nemmeno abbandonato anche se non si dice d’accordo con la possibilità di scarcerazione a settembre per la richiesta di pene alternative: «eh, bella giustizia! Non solo per mia madre e Sabrina che sono innocenti, ma sopratutto per Sarah. Solo la gente è stata soddisfatta, ha avuto i suoi colpevoli». Secondo Valentina Misseri il movente del presunto delitto fatto dal padre sarebbe la respinta di Sarah alle avances sessuali di Michele: «è sempre stato papà perfetto per noi ma ha fatto soffrire mia madre», racconta la ragazza che interviene con diverse testimonianze all’interno dell’ultimo libro sul caso Avetrana (“Sarah”, Fandango Libri, scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni) dove si rivelano le violenze fisiche avvenute contro Cosima in più di una occasione. Ma è su Sarah che Valentina Misseri ricorda un particolare inquietante: «Ero una ragazzina e dovevo fare la doccia. Mi spogliai davanti a lui, ma non avevo nemmeno dieci anni. Una cosa normalissima. Ricordo come mi guardò e mi disse: ‘Non ti devi far più vedere così da me’. A ripensarci, mi ha fatto riflettere». Secondo quanto riletto poi nelle carte del processo, Valentina punta tutto sulla dichiarazione di Michele Misseri che dice «Non l’avevo mai vista con i pantaloncini così corti e il seno le stava sbocciando». Ecco, per Valentina quella è la vera prova del delitto: «Credo che quel pomeriggio Sarah fosse scesa in garage per non suonare, perché sapeva che mamma a quell’ora dormiva, e che lui ci abbia provato. Lei lo ha respinto con un calcio e papà non ci ha visto più e l’ha uccisa».