Valentina Nappi, attraverso una lettera inviata a Dagospia, ha denunciato di ricevere minacce di morte da parte di un gruppo ultracattolico che avrebbe iniziato una campagna contro PornHub, uno dei maggiori siti dedicato al mondo del porno. Tutto sarebbe partito quando la Nappi avrebbe pubblicato una foto in cui indossava una t-shirt con il logo del sito. In seguito alla condivisione di quella fotografia, Valentina Nappi avrebbe cominciato a ricevere insulti e minacce da parte del gruppo di persone legate all’organizzazione Exodus Cry. “Con persone che sono parte, lavorano o simpatizzano per tale associazione purtroppo ho avuto e sto avendo a che fare dopo aver postato su Twitter un breve video di me che indosso pantaloncini e top col marchio di Pornhub. Essendo stata additata per questo, ho risposto che le accuse a Pornhub sono spazzatura (come spiegato nell’articolo di Vice il materiale pedopornografico circola enormemente di più sui principali social network, ad esempio Facebook, che su Pornhub) e da lì si è attivata un’impressionante macchina del fango ai miei danni”, denuncia Valentina Nappi nella lettera inviata a Dagospia.
VALENTINA NAPPI: “OFFESE SUI SOCIAL E INSULTI”
E’ un lungo sfogo quello che Valentina Nappi ha affidato alla lettera pubblicata da Dagospia. La pornostar confessa di ricevere non solo minacce di morte, ma anche pesanti insulti. “Sono stata insultata, chiamata pedofila, trafficante di bambini, stupratrice e chi più ne ha più ne metta. Sono stata minacciata di morte” – fa sapere la Nappi. Il gruppo ultracattolico, inoltre, avrebbe cominciato a segnalare il suo profilo Instagram e quello delle persone a lei legate provocandole un danno non indifferente. “È stato diffuso il numero del mio agente Mark Spiegler, che ha ricevuto chiamate anche di notte in cui si minacciavano azioni legali nei miei confronti. Ho subito segnalazioni in massa contro i miei account social che hanno avuto come effetto la sospensione degli account Instagram mio, di mio marito, del mio coniglio, nonché dell’account associato a un progetto gastronomico che ho co-fondato“, conclude.