Nella lunga intervista rilasciata a Oggi è un altro giorno, Valentina Petrillo ha parlato della sua storia personale e, dopo aver abbandonato i panni di Fabrizio, sta finalmente bene: «Oggi sono felicissima, sono me stessa, sono una persona diversa da quella che era Fabrizio». Ma nessun rimpianto della sua vita da uomo: «Io sono stata comunque un uomo felice, la mia vita è stata piacevole, solo che soffrivo questa cosa qui e me ne sono fatta una colpa. Mi sono sentita sola, pensavo di non avere nessuno. Per me essere trans mi accomunava a certi mondi che non mi appartengo, avevo anche io un pregiudizio». Nonostante le difficoltà, è andata avanti sempre a testa alta: «Il primo giorno che ho chiuso la porta da donna, è stato terribile. Ho avuto una fortuna: non vedendo bene, non vedevo perfettamente la faccia che faceva la gente». (Aggiornamento di MB)
VALENTINA PETRILLO: “DA PICCOLA PREGAVO DI TRASFORMARMI IN DONNA”
Prima italiana transgender a qualificarsi per le Paralimpiadi di Tokyo del 2021, Valentina Petrillo è stata ospite a Oggi è un altro giorno. La runner ipovedente ha parlato della sua storia, del passaggio da Fabrizio a Valentina: «Io sono stata Fabrizio, nella mia vita ho combattuto impropriamente contro me stessa, sentendomi sbagliata. Non c’è stato quell’incontro o quell’evento positivo, mi sono fatta una colpa di quello che ero ed avevo paura di esporre agli altri quello che sentivo». «Io credevo che l’essere donna fosse lo stato finale di un essere umano, pregavo di trasformarmi in una donna», ha aggiunto Valentina Petrillo, che prima di diventare trans si è sposata con Elena ed ha avuto un bimbo che oggi ha cinque anni.
VALENTINA PETRILLO A OGGI É UN ALTRO GIORNO
Valentina Petrillo ha poi raccontato come ha affrontato l’argomento con la moglie, che oggi continua ad amare seppur in maniera diversa: «Non l’avevo neanche programmato, le parlai prima di andare a dormire: le dissi che mi ero sempre travestito, che mi capitava di vestirmi da donna quando lei non c’era». «Non mi ha detto niente, è rimasta colpita: all’inizio pensava che fosse un gioco, abbiamo iniziato a fare shopping insieme, ma poi ha capito che non era così. Il mio armadio in tre mesi si è convertito da maschile a femminile», ha aggiunto Valentina, che ha poi evidenziato: «Io ho guardato mia mamma quando era piccola, la vedevo vestirsi e truccarsi, smaniavo per queste cose e non capivo perché. Non ho avuto strumenti per contrastarmi non c’era internet». E tenere tutto nascosto non è stato facile: «Non lo sapeva nessuno, nessuno poteva immaginare: ho sempre mascherato tutto all’ennesima potenza. Elena è stata la prima persona a cui l’ho detto. Ero maschilista, mascheravo tutto per non farmi scoprire».