Valentina Romani ne “La Porta Rossa” è Vanessa, sensitiva e medium che tiene i contatti tra il poliziotto malamente ucciso Leo Cagliostro (Lino Guanciale, ndr) e il mondo dei vivi. L’attrice, resa popolare anche dalla serie “Mare Fuori”, ha confidato a “La Stampa” che la fiction in onda su Rai Due è “una casa che conosciamo bene, una macchina con un’identità molto forte che si impone. Le esperienze paranormali? All’inizio c’era curiosità: per la serie mi sono documentata, ma senza troppo approfondire. Mi pareva importante rispettare chi in queste cose crede. Mi sono spesso chiesta cosa ci sia di vero. Sarebbe bello poter dialogare con qualcuno che ci era vicino ma non c’è più. Ho pensato ai miei nonni… Ma è vero anche il contrario: dobbiamo accettare che ci siano cose della vita fuori dalla nostra portata o controllo. Il Covid ce l’ha insegnato”.
Proprio il periodo della pandemia, quello più duro, delle chiusure e dei lockdown, è stato vissuto positivamente dalla 26enne Valentina Romani, la quale non ha neppure avuto timori particolari per il lavoro, poiché “era una condizione di tutti, non riguardava solo me. Oggi, se guardo indietro, quel periodo pare una invenzione: le autocertificazioni, il motivo grave e documentato per uscire… Ma mi ha insegnato a non dare più nulla per scontato. E il valore delle piccole azioni: andare al cinema con gli amici, a fare una passeggiata”.
VALENTINA ROMANI: “MI INDIGNANO LA SCARSA PARITÀ DI GENERE E IL DISINTERESSE VERSO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO”
Ora Valentina Romani ha recitato in un film diretto da Nanni Moretti: un’esperienza che lei stessa ha definito straordinaria e vissuta priva di timore. “Anche se è un grande artista che stimo moltissimo, direi che ero più dominata dall’eccitazione, direi quasi una frenesia, di averci a che fare”, ha chiarito l’attrice. La quale si è poi focalizzata su ciò che più la indigna: “Mi sconvolge che ragazze come me vivano impedimenti. Mi fa capire come la strada per la parità di genere sia ancora lunga e, in certe parti del mondo, particolarmente difficile. Anche il gesto simbolico del taglio di una ciocca di capelli o la firma di un appello sono segnali di un’impellente voglia di dimostrare che siamo tutte uguali e unite. Essere lontane non conta: la tragedia ci unisce”.
Poi, Valentina Romani disapprova la scarsa attenzione verso il cambiamento climatico: “Se ne parla, ma poco si fa davvero. Un Natale tropicale a Roma non è un segnale inquietante? Il cambiamento climatico è fatto anche di piccoli gesti. Se non il pianeta, forse l’umanità è in pericolo. Ma, forse, di fare la fine dei dinosauri, ce lo meritiamo”.