Valentino Di Carlo, insegnante che ha pubblicamente espresso la sua contrarietà al Green Pass, è intervenuto nella mattinata di oggi, venerdì 3 settembre 2021, ai microfoni della trasmissione di Canale 5, “Morning News”. Il docente ha dichiarato: “La mia testimonianza è utile per distinguere bene tra vaccino e Green Pass. Essere no Green Pass non significa essere no vax. Non è possibile obbligare una persona che deve esercitare la propria professione a esibire un certificato! Posso fare i tamponi, è vero, ma allo stato attuale ne dovrei fare uno ogni 48 ore. Il problema sarebbe pagare tutti questi test: parliamo di 300 euro al mese”.
Un punto di vista che non ha incontrato l’opinione favorevole di Maurizio Gasparri, esponente politico di Forza Italia, che ha chiesto più volte al professore il motivo per cui non si sia vaccinato, senza tuttavia ottenere una risposta nel merito. Gasparri, spazientito, ha quindi asserito: “Il professore non è vaccinato. Perché le forze dell’ordine hanno dovuto sottoporsi al vaccino e lei no? Non ha problemi di salute particolari? Allora lei è no vax! Lei è un cattivo professore! Per svolgere una professione a contatto con il pubblico, il Green Pass è fondamentale”.
VALENTINO DI CARLO VS GASPARRI: “PERCHÉ PER I STUDENTI E PER LE LORO FAMIGLIE NON È OBBLIGATORIO IL GREEN PASS?”
Nel prosieguo di “Morning News”, il docente, Valentino Di Carlo, ha sottolineato che il punto centrale della discussione, a suo modo di vedere, è l’introduzione obbligatoria del Green Pass: “Per il comparto sanitario e il comparto scuola è obbligatoria la certificazione verde. Per il comparto dell’istruzione non ha senso averla, nelle misure in cui gli studenti e loro famiglie non hanno l’obbligo di esibirla. Ricordo a tutti che il vaccino non è obbligatorio: non spostiamo gli equilibri della discussione sul vaccino”.
Daniele Capezzone, giornalista de “La Verità”, ha affermato che “fino a quando non c’è l’obbligo del siero anti-Covid, lui ha il diritto di non vaccinarsi, anche se io non condivido la sua scelta. Basterebbe fare quello che ho suggerito io: tamponi salivari nelle scuole prima di entrare”.