Valeria Fabrizi, volto dell’amatissima Suor Costanza nella fiction di Rai Uno “Che Dio ci Aiuti”, ai microfoni de “Il Fatto Quotidiano” ha parlato di sé, tra lavoro e amori passati. In primis, l’attrice ha rivelato di avere una cicatrice sul ginocchio per colpa del direttore d’orchestra Xavier Cugat, il quale, durante una feroce scenata di gelosia in un albergo nei confronti della moglie Abbe Lane, lanciò verso di lei un piatto, ma Fabrizi era sulla traiettoria e fu colpita, trovandosi di fatto al posto sbagliato nel momento sbagliato.



Poi, Ugo Tognazzi: “Era pesante. Ci provò anche con me, come con tutte. Lo misi a posto e diventammo amici. Ho tenuto sulle braccia suo figlio Ricky, che è antipatico. Di recente gli ho ricordato di avergli fatto da baby sitter una sera che i suoi erano andati a una festa. E lui, freddo: ‘Ah sì?’. Ci sono rimasta male”. Per quanto riguarda le denunce crescenti di molestie sul set da parte delle artiste – italiane e non – Valeria Fabrizi ha detto: “Certe cose ci sono sempre state. L’uomo è cacciatore e un atteggiamento galante è diverso da un tentativo di violenza. Se avessi dovuto denunciare tutte le pacche sul c*lo…”.

VALERIA FABRIZI: “UN REGISTA IMPORTANTE MI SALTÒ ADDOSSO, IO LO IMPLORAI DI LASCIARMI ANDARE…”

Tuttavia, sulle colonne de “Il Fatto Quotidiano”, Valeria Fabrizi ha reso noto che una sera visse un brutto episodio: “Un regista importante, grande e grosso, mi invitò a un party a casa sua. Andai e non c’era nessun altro. Mi saltò addosso. Piansi, mi inginocchiai implorandolo di lasciarmi andare. Era amico di Walter Chiari, che non l’ha mai saputo, altrimenti l’avrebbe riempito di botte. Walter lo avevo lasciato perché era farfallone, ma ho sempre cercato di proteggerlo quando era disperato, perché il mondo dello spettacolo lo aveva espulso per quel vizio maledetto: la cocaina”.

Valeria Fabrizi ha confessato che in quegli anni “ne girava tanta”, affermando però che Chiari non l’ha mai coinvolta in quei giochi distruttivi. Infine, il ricordo del marito Tata Giacobetti: “Mi conquistò dopo una prima notte in un piccolo e sperduto hotel in Toscana, dove avevano una stanza sola con due letti. Ci eravamo fermati lì: un contrattempo ci impediva di raggiungere il resto della compagnia a Torino. Lui mi faceva la corte, io cominciai a pensare a lui per una frase fatale. Spegnendo la luce mi chiese di potermi solo tenere la mano. Temetti un epilogo scontato. Invece, al mattino, con la mano ancora lì, mi disse: ‘Non ho dormito, ti ho guardata tutta la notte, sono innamorato di te’. Era un uomo da sposare”.