Valeria Favorito da bambina ricevette il midollo osseo da un anonimo donatore. Poi, dopo il miracoloso ritorno a una vita normale, l’incredibile scoperta: quel donatore era Fabrizio Frizzi. “A 11 mi è stata diagnostica la leucemia mieloide acuta e la mia vita incominciò a cambiare. Ero una bambina attiva e mi sono ridotta a non voler più giocare né mangiare – racconta Valeria Favorito ospite a L’Ora Solare su Tv2000 – Mi ricordo che quando mi ricoverarono e mi diedero la prima sacca di sangue per me fu come se mi avessero dato l’ossigeno, avevo di nuovo voglia di fare tutto quello che non avevo fatto in quel tempo, di mangiare, di giocare…”
Del ricovero, Valeria Favorito ricorda soprattutto che “all’inizio i primi 15 giorni di ricovero stavo diciamo bene, poi la chemioterapia ha fatto effetto. Ho perso i capelli, ne avevo tanti e ricci, soffrivo così tanto a vederli tutti sul cuscino che alla fine ho voluto strapparmeli. Mia madre era lì accanto a me e immagino come si sia sentita impotente”. Poi, il trapianto e la scoperta di un donatore compatibile con lei: “gli unici dati che si potevano sapere era che era maschio, veniva da Roma e aveva 41 anni. Per la privacy non si poteva dire altro”. Eppure, non era destinato a restare anonimo ancora a lungo, perché “dopo una settimana dal trapianto venne detto quasi esplicitamente nella trasmissione (condotta insieme da Fabrizio Frizzi e Romina Power, ndr). Mio padre, che era a casa insieme ai miei fratelli, ha capito che era lui perché coincidevano tante cose. Io ricordo ancora che dissi a mia mamma che a me non importava chi fosse, poteva essere anche un barbone, e che gli sarei stata grata per tutta la vita”.
Valeria Favorito: “capii che il mio donatore era Fabrizio Frizzi perché…”
Dopo aver scoperto di aver ricevuto il midollo da Fabrizio Frizzi, Valeria Favorito prova il desiderio di contattarlo per esprimere la sua più profonda gratitudine. “Mi consigliarono di scrivere al centro trapianti di Genova e ci avrebbero pensato loro a smistare quella lettera. Non potevo scrivere dati sensibili che potessero ricondurre a me, ma ci ho messo davvero l’anima – racconta nel salotto di L’Ora Solare – Dopo mesi, anche se non ci speravo, mi arriva una risposta ed è stato lì che ho avuto la conferma che fosse lui il mio donatore: io la lettera gliel’avevo scritta a mano e lui invece al computer, e nei caratteri del computer ci stava giusto giusto il suo nome, anche se dall’ospedale lo avevano cancellato”.
Poi, il primo incontro di persona tra Valeria Favorito e Fabrizio Frizzi in occasione della Partita del cuore a Verona: “ho deciso di andare direttamente allo stadio, ma nessuno voleva consegnargli la lettera che gli avevo scritto mettendo tutti i miei dati sensibili vietati dalla legge. L’ultima speranza è stata una persona che mi ha detto ‘guarda io la responsabilità non me la prendo, però ti do una divisa da fotografa così tu entri in campo direttamente’. Avevo 17 anni e mezzo”. Valeria Favorito lo ricorda ancora come “il giorno più bello della mia vita, lui ha capito subito chi fossi e mi ha abbracciata in mezzo al campo. Mi ha detto che aveva riconosciuto la mia calligrafia nella lettera e che quella sera era stato così grintoso perché aveva capito che fossi io”.
Valeria Favorito: “non posso dimenticare ultimo incontro con Fabrizio Frizzi”
Valeria Favorito non ha mai dimenticato Fabrizio Frizzi e ricorda anche il loro ultimo incontro, prima della malattia di cui è morto il compianto e amato conduttore: “per me lui c’è sempre, di lui mi resta ovviamente una parte di midollo osseo anche se ho fatto un altro trapianto da un altro donatore, però avverto sempre la sua presenza. Le persone che ci hanno amato in questa terra non se ne vanno, restano sempre”.
E confessa: “io non posso dimenticare il nostro ultimo incontro a inizio marzo 2018, è stato lì che ho capito che lui era gravissimo. Ci incontravamo di persona e lui aveva sempre l’attenzione di venirmi a prendere ovunque fossi per andare a mangiare qualcosa. Quella volta lì invece no, ha voluto che decidessi io il posto dove andare, ho avuto la percezione, quando ci siamo abbracciati dopo l’incontro, che fosse l’ultimo anche se ho sperato che non fosse così”.