Valeria Parrella vincitrice del Premio Letterario Internazionale Mondello con il libro La Fortuna
Valeria Parrella è tra le protagoniste della nuova puntata de Le Ragazze, il programma di Rai3 che racconta storie di vita e storie di donne che sono state ventenni negli anni ’40, ’50, ’60, ’70, ’80, ’90 o giovani di oggi. Si tratta di donne che grazie al loro sguardo, hanno illuminato e illuminano gli eventi della nostra storia del passato e del recente. Un viaggio alla scoperta di una delle scrittrici più amate in Italia che recentemente è stata vincitrice del Premio Letterario Internazionale Mondello per l’opera “La Fortuna”. La Fortuna è il nome della nave su cui Lucio, novello Ulisse, affronta l’eruzione, spronando l’equipaggio, ma la Fortuna è anche il destino su cui ogni uomo, di qualunque tempo, s’interroga. La storia di Lucio è la storia di ciascuno, perché è la storia di un uomo che cerca il suo posto nel mondo: è un’iniziazione alla vita, e alla morte” – racconta la scrittrice che racconta la storia di Lucio, rampollo di una buona famiglia di Pompei, cieco da un occhio, allievo di Quintiliano e letteralmente stregato dal mare.
Nel libro, la Parrella scrive: “a me più che la questione delle imprese certo doveva avere una certa importanza nella vita degli adulti, mi interessava quel bacio [della dea Fortuna]. Quel bacio effimero, quel bacio adultero, senza possibilità per me, piccolo uomo, di resistere a una dea che di notte entrava dalla finestra. Mi chiedevo: Saprò riconoscerla quando verrà? Saprò tenerla con me? Saprò farla felice?”.
Valeria Parrella, i libri e la passione per le lettere
La scrittrice Valeria Parrella de La Fortuna, intervistata da tgposte.poste.it, ha raccontato la magia che si cela dietro la parole lettera. “Mi vengono in mente quelle cartacee, mi viene in mente la fortuna di avere persone che mi scrivessero e alle quali scrivere, perché quando ero ragazza lessi che Madame Bovary comprava carta da lettera anche se non aveva mittenti – e lo so che è una immagine bellissima ma a me distruggeva l’idea di quella donna senza indirizzi a cui inviare” – ha raccontato la scrittrice che sin da ragazzina si è ispirata proprio al romanzo di Flaubert: “anch’io mi facevo comprare carta da lettera, fin da piccolissima inventavo i mittenti così mi mandavo lettere e mi scrivevo le risposte”.
Le lettere hanno sempre fatto parte della sua vita, anche durante il periodo dell’adolescenza: “cominciai a scrivere e ricevere lettere d’amore. Ne ho pacchetti pieni da qualche parte nella soffitta di casa di mio padre. Erano lettere estive, una al giorno credo, in quelle estati quando hai 15 o 16 anni e non puoi ancora andare in vacanza con il tuo fidanzato. Scrivere lettere era bellissimo, ma la cosa più bella era aspettare quelle di risposta”.