Valera Parrella, chi è la scrittrice?
La scrittrice Valera Parrella è nata a Torre del Greco nel 1974. Si avvicina alla scrittura da bambina: “Ho cominciato a scrivere a sei anni… A otto anni, poi, mi regalarono un cofanetto di Liala, era una trilogia, il primo era Lalla, il secondo Dormire e non sognare, il terzo: Lalla che torna. Io rimasi incantata da Lalla che torna, dicevo: ma che titolo meraviglioso… In quel ‘che’ c’era un mondo che mi entusiasmava”, ha raccontato a Il Foglio. Si è laureata in Lettere antiche con una tesi in glottologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e successivamente si è specializzata come interprete della lingua dei segni italiana: “Ho capito che nessuna lingua poteva farmi intendere chi era privo di acustica, e mi sembrava incredibile. Sarà perché, in generale, non c’è nulla intorno che senta estraneo. Credersi unici non è una bella cosa”, ha spiegato a IoDonna. Il suo esordio narrativo avviene nel 2003 con la raccolta di racconti “Mosca più balena”, a cui segue due anni dopo la raccolta “Per grazia ricevuta”. Nel 2007 inizia la sua attività teatrale pubblicando “Io Clitemnestra, il verdetto”. Nel 2008 Valeria Parrella pubblica il suo primo romanzo “Lo spazio bianco”, da cui è tratto l’omonimo film di Francesca Comencini. Tra i suoi romanzi ricordiamo: “Ma quale amore” (2010), “Tempo di imparare” (2014) su una famiglia con un bambino disabile, e “Almarina” (2019)
Valera Parrella e la disabilità del figlio Andrea
Valeria Parrella ha un figlio disabile, Andrea: “È l’affetto più importante della mia vita, non l’evento più importante. Forse perché non ho avuto un percorso tipico, come spesso succede nel Meridione. Sono stata molto libertina, mi è piaciuto conoscere tanto della sessualità e dell’amore. Mio figlio è stata quasi la normalizzazione”, ha raccontato a IoDonna. Andrea è nato prematuro, è stato ottantotto giorni in terapia intensiva a Napoli, come ha racconto nel libro “Lo spazio bianco”: “Mio figlio è la mia storia, è il sole che mi guida, ed è un sole che può diventare anche nero: è anche per questo che nel resto della mia vita non accetto il dolore, non posso soffrire più”, ha detto in una lunga intervista sul Foglio. Nel 2014 ha sposato il regista teatrale Davide Iodice.