Valeria Solarino veste i panni di Lucia Bosè nella nuova serie “Bosè”, disponibile su Paramount+. L’attrice ha parlato del suo ruolo ai microfoni del quotidiano “Il Tempo”, asserendo di non avere mai avuto modo di incontrare la donna a cui ha prestato il suo volto e il suo corpo nella produzione televisiva e di essere sempre stata colpita dal colore blu dei suoi capelli, perché “quel colore ha fatto parte, in età matura, dell’ultimo periodo della sua vita. E l’ho sempre trovato qualcosa di curioso e artistico, con il quale manifestava la sua voglia di vivere”.

Per prepararsi al meglio, Valeria Solarino ha guardato e riguardato le videointerviste di Lucia Bosè, in quanto “dovevo confrontarmi con la sua immagine privata e raccontarla come donna, madre e anche moglie, pur essendo lei una diva. Lei rinunciò per amore a fare l’attrice e ho cercato di mettermi nei suoi panni. Mi è stato utile anche leggere la sua autobiografia, in cui raccontava che da piccola, durante i bombardamenti a Milano a causa della guerra, scappando da casa, la sua famiglia si dimenticò inizialmente di lei. In quel momento si è sentita sola al mondo. Quell’abbandono traumatico se lo è portato dietro per sempre. Mi ha dato l’idea di una donna che ha vissuto una grande solitudine, nonostante si circondasse di tante persone”.

VALERIA SOLARINO: “LUCIA BOSÉ AMAVA SUO FIGLIO MIGUEL”

Nel prosieguo della sua chiacchierata con “Il Tempo”, Valeria Solarino ha riferito che Lucia Bosè era innamorata di suo figlio Miguel, così come delle altre due figlie: “Era felice della carriera di Miguel. Quando il padrino Luchino Visconti lo chiamò per ‘Morte a Venezia’ lei era favorevole, mentre il padre si oppose. Sapeva che la recitazione era la strada che poteva rendere felice il figlio”.

Tuttavia, Valeria Solarino non ha individuato punti di contatto fra sé e Lucia Bosè, ma di avere cercato di comprenderla: “Quando lascia Dominguín per le sue moltissime amanti, lei cercherà sempre di trovare qualcosa di bello in ciò che avevano avuto. Io credo che la nostalgia sia pericolosa, perché ci fa rimanere attaccati a qualcosa che non c’è più. Tendenzialmente cerco di tenerla a bada. I nuovi progetti li scelgo spinta da una passione per il personaggio, come è accaduto per Lucia Bosè, una donna iconica, o dalla voglia di entrare in un mondo nuovo”.