Il monossido di carbonio che ha quasi ucciso lo scrittore Valerio Massimo Manfredi e la docente di letteratura latina Antonella Prenner non proveniva dall’abitazione della coppia. Come riportato da “Il Corriere della Sera”, il sospetto della polizia è che la fuga di gas abbia avuto origine nell’immobile accanto, noto per ospitare spesso anche set e produzioni cinematografiche. Si spiega così l’esecuzione nella giornata di ieri del sequestro dell’appartamento dirimpetto a quello degli scrittori, al pianterreno della palazzina in via dei Vascellari, a Trastevere, dove i pompieri e la Scientifica sono tornati per un altro sopralluogo. Gli accertamenti condotti all’interno dell’abitazione da parte degli investigatori del commissariato di Trastevere hanno fatto emergere come nessuno si trovasse all’interno del locale nelle giornate di mercoledì e giovedì scorsi, quando Manfredi e Prenner erano invece in casa.
VALERIO MASSIMO MANFREDI E ANTONELLA PRENNER INTOSSICATI
Gli investigatori hanno apposto i sigilli anche alla caldaia presente nell’immobile, appartenente ad una società di leasing che lo ha concesso in uso ad una holding cinematografica. Tra le ipotesi in campo anche l’apertura di un fascicolo: il reato ipotizzato potrebbe essere quello di lesioni colpose. Ancora da capire se, come pare, il monossido fosse in circolo nell’edificio, e se sì da quanto tempo. Ad insospettire gli inquirenti il fatto che nello stabile si siano verificati nei giorni scorsi altri malori. Nel frattempo le condizioni di salute di Valerio Massimo Manfredi e di Antonella Prenner sono sempre critiche. Nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Misericordia di Grosseto, però, ieri sera filtrava un cauto ottimismo, con lo scrittore nuovamente sottoposto alla terapia dell’ossigeno nella camera iperbarica. Il fatto che abbia superato le prime 24 ore viene visto come un segnale molto incoraggiante. Stessa terapia per l’amica dello scrittore ricoverata sempre in rianimazione ma all’Umberto I di Roma.