Chi è Valerio Massimo Visintin
Sottoporsi al giudizio di un critico gastronomico può essere importante per chi ha la passione per la cucina, a maggior ragione se si desidera intraprendere una carriera in questo ambito. Chi fa questo lavoro, infatti, ha avuto modo di confrontare negli anni le doti di molti chef e sa quindi distinguere al meglio quali siano le potenzialità di chi si mette ai fornelli. Ormai da tempo, grazie anche agli show di questo genere presenti nel palinsesto Tv, diventa importante anche non essere banali e puntare sulla creativitià nell’impiattamento se ci si vuole distinguere dalla concorrenza. Un elemento che viene preso sempre in seria considerazione da Valerio Massimo Visintin, noto per essere il critico “mascherato” proprio perché quando è in servizio si presenta indossando una maschera.
Ad eccezione del nome e della testata per cui lavora, il ‘Corriere della Sera‘, di lui non si sa praticamente niente. Questo, però, paradossalmente diventa uno dei suoi punti di forza perché gli permette di essere il più possibile imparziale nelle sue valutazioni. Ottenere un riscontro positivo da lui è spesso tutt’altro che semplice.
La storia di Valerio Massimo Visintin: chi è il critico gastronomico “mascherato”
Ormai da trent’anni Valerio Massimo Visintin è un critico gastronomico per il ‘Corriere della Sera’, ruolo che gli ha permesso di acquisire popolarità tra gli addetti ai lavori e i semplici appassionati di cucina. Dal 2009, però, lui gira tra i ristoranti italiani indossando una maschera per non rendere riconoscibile la sua fisionomia. Di lui sappiamo che ha 52anni, che è sposato e che è tifoso dell’Inter.
Era stato lui stesso a spiegare cosa l’abbia spinto a fare una scelta così inusuale: “Indosso la maschera dal 2009 in tutte le occasioni pubbliche. Prima avevo provato a presentare un libro con nove amici tutti vestiti da rabbini, con barba e occhiali finti, che rispondevano alle domande leggendo un test che avevo scritto in precedenza. Un’altra volta avevo mandato nove donne, sempre con barba e occhiali finti, dicendo loro di presentarsi tutte come ‘la moglie di Visintin’. Alla fine, però, i giornalisti volevano parlare davvero con l’autore, allora mi sono dovuto organizzare. A casa ho trovato queste cose da mettere”.