Nella giornata in cui il Governo sta trovando non poche difficoltà per riassumere le varie posizioni in vista del nuovo Dpcm 3 dicembre, scoppia una nuova “grana” locale con il caso della Valle d’Aosta: con 28 voti favorevoli e l’astensione di parte della maggioranza, il Consiglio Regionale della Valle d’Aosta ha approvato una legge “anti-Dpcm” che disciplina la gestione dell’emergenza Covid-19 su tutto il territorio regionale, introducendo misure in netto contrasto con le regole varate dal Governo centrale. Dopo la forte polemica nei giorni scorsi sul tema degli impianti da sci – per Conte e Speranza da chiudere, per il territorio valdostano invece da difendere in quanto fonte massima di introiti nel periodo di Natale – lo strappo si consuma nel pomeriggio di mercoledì: la proposta di legge, frutto del coordinamento tra Lega Vallée d’Aoste e gli emendamenti condivisi da maggioranza e opposizione, conta 7 articoli totali, «volti ad adattare le disposizioni nazionali al territorio valdostano e alle sue specificità, disciplinando le libertà di movimento dei cittadini, le attività economiche e le relazioni sociali, compatibilmente con le misure di contrasto alla diffusione del virus» (fonte Ansa, ndr). La Regione vara dunque una struttura sia organizzativa che gestionale-politica di fatto “autonoma” dal Governo centrale, il che ha immediatamente provato un grosso scontro a distanza con il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia.
CAOS IN VALLE D’AOSTA: LO SCONTRO COL GOVERNO
Da Roma si chiede alla Valle d’Aosta di revocare l’ordinanza con cui si riaprono i negozi di prossimità contro le regole da “zona rossa” alle quali la piccola Regione dovrebbe sottostare secondo l’ultima ordinanza del Ministro Speranza: «le responsabilità che potrebbero derivare dall’applicazione delle misure introdotte riguardo alla tenuta delle reti sanitarie e alla tutela della salute dei cittadini valdostani», scrive Boccia, ricevendo però stamane la risposta secca del Presidente della giunta di Centrosinistra Erik Lavevaz «impugnerò l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che ha riclassificato in zona arancione il Piemonte, la Lombardia e la Calabria». Lo scontro era dunque già acceso, ma è stato “rinfocolato” dopo la legge anti-Dpcm varata oggi: «questa legge va nella direzione giusta, che è quella che abbiamo già iniziato: dà ordine nella fase di attuazione della gestione dell’emergenza, calandosi nella nostra realtà territoriale. È anche una cornice normativa importante, pur con un orizzonte limitato perché legata solamente al Covid-19. Ma è importante perché ha un respiro politico che vuole far valere il peso dello Statuto valdostano rispetto al Governo nazionale, esprimendo una volontà di determinazione molto chiara», attacca il Governatore valdostano. Nel caos pomeridiano, gli autonomisti hanno votato a favore con i gruppi Lega e Pour autonomie, mentre i progressisti, assieme al Pd, si sono astenuti. Si attende una quasi certa “impugnazione” della legge oggi varata nel prossimo Consiglio dei Ministri convocato per la sera di oggi, ma per Lavevaz la sfida andrà avanti: «Il Governo italiano ha dimostrato scarsa sensibilità nel capire i problemi della montagna. Non importa se questa legge sarà impugnata: è un segnale forte della nostra autonomia, che fa capire che la Valle ha uno Statuto che vogliamo difendere con tutte le forze».