FRANCIA, L’EX PREMIER MANUEL VALLS: “L’AUTORITÀ DELLO STATO È IN CRISI”

Ex Premier ma soprattutto ex Ministro dell’Interno in Francia, è di Manuel Valls la legge rimessa sotto accusa oggi dopo le durissime violenze e scontri in tutte le città francesi in seguito alla morte del 17enne Nahel (ucciso alla guida di un’auto sportiva da un’agente di polizia durante posto di blocco). È stato infatti Valls nel Governo Hollande – era il 2017 – a formulare la legge che regola l’uso delle armi in polizia: oggi viene nuovamente dibattuta, con l’accusa allo Stato di aver “allargato” troppo i casi in cui le forze dell’ordine hanno diritto allo sparo.



La legge, secondo Valls, non va però affatto cambiata: «avevamo allineato le regole per la polizia con quelle all’epoca in vigore per i gendarmi. La votammo noi della sinistra di Governo rispondendo alle richieste dei poliziotti spesso minacciati da autori che non si fermano all’alt», spiega al “Corriere della Sera” il politico francese. Il caso di Nanterre ha ovviamente infiammato nuovamente quel tema, aggiungendolo all’inquietante livello di tensioni e attacchi in corso nell’ultima settimana (stanotte altri 719 fermi, saccheggi e scontri in tutte le città principali della Francia con le violenze compiute da ragazzi in media 17enni e figli delle prime generazioni di immigrati). Valls difende l’operato della polizia e condanna, come giusto che sia, l’imprudenza dell’agente che ha sparato a Nahel: «la morte di un 17enne è terribile per lui, la famiglia e la società» e giustamente «è stato incriminato e incarcerato, anche per proteggerlo e per fare passare un messaggio». La crisi però esplosa rivela secondo l’ex Premier prima di Borne una crisi profonda e radicata nella Francia: «è una crisi dell’autorità dello Stato», osserva ancora Valls.



ALLARME ISLAM IN FRANCIA, VALLS “HA RUOLO ECCESSIVO OGGI”

L’ex Presidente del Consiglio scelto da Macron durante il suo primo mandato all’Eliseo riflette su quanto avvenuto a Nahel e ammette: «diciamo le cose chiaramente, quel ragazzo minorenne non avrebbe dovuto trovarsi alla guida dell’auto, e non era la prima volta che guidava senza patente». La crisi però esplosa, per l’appunto, ha radici molto più profonde di un caso pur drammatico di cronaca: dal terrorismo ai gilet gialli, dagli scontri sulla riforma delle pensioni fino ora alla “guerriglia” urbana per protestare contro la morte di Nahel.



Secondo Manuel Valls la sempre crescente violenze della società francese, più che in Europa, «dipende da una crisi dell’autorità. La Francia è un Paese giacobino, verticale, dove lo Stato tradizionalmente è molto forte, la spina dorsale della nazione». La crisi dell’autorità dello Stato, afferma l’ex Premier, si vede anche nella scuola e nelle giovani generazioni: «problema legato alle banlieu? Sì, generale crisi dell’autorità si aggiunge il fatto che lì ci sono concentrati gli immigrati e i loro discendenti di origine africana». Parte di quella popolazione, rileva Valls, non è affatto integrata: «non si sono assimilati, non amano la Francia, le sue istituzioni e i suoi simboli». Secondo Manuel Valls è un tema, in ultima analisi, legato alla crisi dei valori: «sono crollate le grandi istituzioni politiche, il partito comunista, la Chiesa, i sindacati», e anche i sindaci nelle grandi città sembrano non avere più la forza che avevano 20 anni fa. In questo senso, conclude al “CorSera”, «l’Islam ha preso un ruolo importante, forse eccessivo. Si è però tutto quello che costituiva la coesione di una società, per non parlare della perdita di autorità dei genitori». Valls dice quello che Macron e Darmanin in queste ore non sembrano avere il “coraggio” di dire: dopo tutta questa “baraonda” di rivolte, bisogna passare all’azione, «rompere una volta per tutte questi ghetti e cambiare le politiche di popolamento e di immigrazione. Ci vorranno 10 anni». È di stamane la notizia che i servizi segreti siano stati messi in allerta per le proteste in Francia: la Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi) e quella per la sicurezza esterna (Dgse) francesi stanno seguendo con estrema preoccupazione come si stanno evolvendo le proteste e le relative minacce alla sicurezza dello Stato che arrivano dai circoli dell’Islam radicale francese.