Valneva, dopo il flop incassato durante la pandemia di Covid, sta provando a rilanciarsi con altri due vaccini, il primo nella storia contro la chikungunya, il virus diffuso dalla zanzara tigre, e quello contro la malattia di Lyme, realizzato in collaborazione con l’americana Pfizer. Il laboratorio farmaceutico franco-austriaco, come riportato da Le Monde, intende risollevare i suoi affari con un mercato di diversi milioni di euro.
Era il 2020 quando l’azienda, nata sette anni prima dall’unione dell’austriaca Intercell e della francese Vivalis, si era lanciata nell’impresa di creare un vaccino per il Covid attraverso i fondi del Governo del Regno Unito. I risultati però non furono quelli sperati, soprattutto a causa della concorrenza. L’arrivo dei vaccini a mRNA di Pfizer-BioNTech e Moderna, che stanno rapidamente inondando il mercato, segnò infatti la fine dell’esperimento. Il siero fu approvato, ma ormai l’intera Europa si era affidata alle altre soluzioni sul mercato. È per questo che la produzione fu abbandonata. “Per vari motivi, siamo arrivati un po’ troppo tardi. Il panorama della vaccinazione contro il Coronavirus era cambiato. Ci siamo trovati di fronte alla necessità di compiere una scelta e abbiamo deciso di lasciare”, ha raccontato Thomas Lingelbach, presidente e amministratore delegato.
Valneva, dopo flop Covid altri 2 vaccini: virus Chikungunya e malattia di Lyme. I progetti
Il flop Covid però è stato adesso messo da parte da Valneva, che ora punta soprattutto sul vaccino contro la chikungunya, il virus diffuso dalla zanzara tigre. È il primo al mondo. Gli Stati Uniti lo hanno già approvato, ma il mercato è ancora diffidente. “Gli investitori stanno evitando di dargli il giusto valore (stimato in 500 milioni di euro), perché molti hanno perso le penne con il Covid. L’azienda sta ancora pagando il prezzo di questo fallimento commerciale e riconquistare la loro fiducia sarà probabilmente difficile finché la società non si avvicinerà alla redditività”, ha previsto Mohamed Kaabouni, analista di Portzamparc. Intanto, è stata presentata richiesta di approvazione anche in Canada e nell’Unione Europea.
Inoltre, c’è anche un candidato vaccino contro la malattia di Lyme, sviluppato in collaborazione con l’americana Pfizer. I risultati dei test clinici di fase 3, gli ultimi prima della richiesta di approvazione, dovrebbero arrivare alla fine del 2025. Gli introiti di questi affari dunque potrebbero essere ancora in aumento, al punto da risollevare l’azienda franco-austriaca.