Buone notizie sul vaccino Valneva anche per quanto riguarda l’efficacia della terza dose. A differenza degli altri vaccini, le cui dosi booster sono somministrate a 5-6 mesi dalla seconda dose, quello francese VLA2001 è stato somministrato da 7 a 8 mesi dalla seconda dose del ciclo primario. I risultati iniziali confermano che è aumentata significativamente l’immunità. «La terza dose di VLA2001 ha suscitato un’eccellente risposta anamnestica, con livelli anticorpali simili osservati sia che i partecipanti fossero stati inizialmente vaccinati con una dose bassa, media o alta», scrive la casa farmaceutica in un comunicato ufficiale. Questo per Valneva vuol dire che la terza dose produce «un forte effetto boosting, che aumenta i livelli di anticorpi contro il virus Wuhan da 42 a 106 volte, a seconda dei livelli di anticorpi pre-boosting». I livelli di anticorpi misurati due settimane dopo la dose di richiamo erano circa quattro volte superiori a quelli osservati due settimane dopo l’immunizzazione primaria.
Ma Valneva intende anche riportare ulteriori dati dallo studio di fase 3 Cov-Compare. Nel frattempo, si sta preparando a lanciare uno studio di richiamo eterologo per valutare il richiamo di VLA2001 a 6 mesi dal ciclo primario con altri vaccini o dopo la guarigione. Questo studio dovrebbe partire all’inizio del 2022. Naturalmente verrà valutata l’efficacia anche contro la variante Omicron.
VALNEVA, “TRATTATIVE IN CORSO CON DIVERSI PAESI”
Nelle stesse ore in cui venivano diffusi i dati relativi alla terza dose, Valneva ha annunciato tramite il suo amministratore delegato di essere in trattativa con diversi paesi e di poter aumentare la sua capacità produttiva in Scozia. Attualmente ha la capacità di produrre 100 milioni di dosi all’anno a partire dal 2022, ma potrebbe appunto aumentare ulteriormente la produzione. La produzione del principio attivo a Livingston, in Scozia, da sola potrebbe essere aumentata a 200 milioni di dosi all’anno, a condizione di assumere più personale qualificato. Il riempimento e l’imballaggio sono fatti a Solna, Svezia, mentre la tedesca IDT Biologika è stata assoldataalla fine del mese scorso per aiutare come produttore a contratto. L’azienda biotecnologica ha già firmato accordi per 60 milioni di dosi all’Unione europea e uno più piccolo con il Bahrain. Non ci si sbilancia però sui nomi: «Siamo in contatto con un certo numero di altri paesi per contratti simili a quelli che abbiamo già concordato, ma è troppo presto per fare nomi», ha dichiarato Thomas Lingelbach, CEO di Valneva, a Reuters TV.
VACCINO VALNEVA PER CONVINCERE NO VAX?
La Gran Bretagna, che ha finanziato in parte Valneva, ha invece rinunciato al contratto da 100 milioni di dosi spiegando che questo vaccino non sarebbe stato approvato nel loro Paese. L’obiettivo comunque è quello ottenere l’approvazione dagli enti regolatori nel primo trimestre del nuovo anno. «Le approvazioni per un corso iniziale a due dosi, perseguito in parallelo nell’Unione europea, in Gran Bretagna e in Bahrain, si spera che aprano la strada anche per il semaforo verde per l’uso del richiamo poco dopo». Si tratta comunque del primo vaccino a virus inattivato contro il Covid in Europa, per questo la speranza è che riesca a convincere alcune persone scettiche sulle tecnologie vaccinali attualmente adottate. Valneva, infatti, è fiduciosa che possa giocare un ruolo nel convincere i non ancora vaccinati. «Speriamo che con l’approvazione del nostro vaccino si possa aggiungere qualche punto percentuale qua e là ai tassi di vaccinazione in diversi paesi», ha aggiunto Thomas Lingelbach. Nel frattempo, si lavora alla sperimentazione sugli adolescenti tra 12 e 17 anni, mentre all’inizio del prossimo anno dovrebbe partire la sperimentazione sui bambini di 3 o 5 anni.