L’INTERVISTA AL REGISTA PRO-PUTIN: “LA GUERRA IN UCRAINA È GIUSTA”

Una lunga intervista apparsa su un canale russo di YouTube e un’ancora più lunga trattazione presentata dal quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung” ha reso noto in Europa il pensiero e le parole dell’ultra filo-putiniano regista d’avanguardia Eduard Boyakov. 58 anni, produttore e registra teatrale, l’autore si concede ai microfoni della giornalista Ekaterina Gordeyeva, malvista dal Cremlino per le sue posizioni non sempre allineate con Mosca



Il motivo principale per cui è emerso anche qui in Occidente il nome di Boyakov è la difesa strenua della guerra in Ucraina: «da cristiano dico che è giusta», ha spiegato il regista che attacca a tutto spiano l’Europa e l’Occidente in generale. «Se tutti avessero vissuto con Dio, forse non ci sarebbe stata la Grande Guerra Patriottica», rileva Boyakov contestando la “laicità” presente in Russia che non ha impedito una guerra civile con un popolo – quello ucraino – non considerato indipendente dal regista avanguardista. «Negli anni ’90, in Crimea si è verificato un vero e proprio genocidio della popolazione di lingua russa», sostiene ancora Boyakov. Tutti i cartelli stradali sono stati scritti in ucraino e in inglese, persino la pubblicità delle sigarette americane, «in una regione dove si parla russo! Una cosa del genere non sarebbe possibile in nessun altro Paese! Se un decimo di quello che è successo in Crimea fosse successo in Svizzera, ci sarebbe stata un’esplosione! È inimmaginabile che un Paese europeo tratti le persone nel modo in cui i russi sono stati trattati in Ucraina». Il regista ammette che Putin è responsabile degli errori che hanno portato alla perdita di vite umane (soprattutto tra i soldati russi, ndr), ma lo erano anche i suoi predecessori: «anche Eltsin era da biasimare, Gorbaciov ancora di più, Breznev ancora di più, ma soprattutto Krusciov, che ha ceduto la Crimea all’Ucraina. Fu allora che tutto ebbe inizio», rileva Boyakov.



IL VOTO, LE DONNE E I VALORI UE: PERCHÈ BOYAKOV HA DATO SCANDALO

Da cristiano, questo il fatto forse più inquietante, Boyakov sostiene che sia giusta oggi la guerra per riprendersi «i propri territori»: Gordeyeva prova a incrinare le convinzioni del regista, chiedendogli se conosce una sola persona che sia stata resa più felice da questa guerra, che ne abbia tratto vantaggio, a parte i suoi professionisti. «Fortunatamente no», ammette Boyakov, ma la guerra «non ha reso tutti infelici. E per molti ha avuto un senso. È sempre stato così nella storia dell’umanità».

Boyakov si rammarica che la Russia sia un Paese laico: «I liberali non possono capirlo perché non sono “persone sobrie”. Ma la lingua e il teatro russi si basano sull’Ortodossia, che da secoli determina la vita in Russia, i suoi costumi e il calendario. Sarebbe quindi bene che la Chiesa non fosse separata dallo Stato e che il presidente fosse unto da Dio, cioè uno zar». Per la guerra, senza grandi problemi se vi sono morti e infine anche contestatore della democrazia: Boyakov non crede nelle istituzioni democratiche che considera una «mera tecnologia politica». Per il regista russo esiste solo la verticale del potere, la gerarchia, che è quella giusta: il diritto di voto dovrebbe andare solo agli uomini e non alle donne. Da ultimo, la chiosa provocatoria: «Non è vero che le elezioni in Russia sono morte: lo credono solo i liberali che non stanno con il popolo. Il popolo vota onestamente. Il fatto che la gente ami Putin è un problema vostro».