Fandaj Bujar, il kosovaro di 41 anni accusato di aver ucciso a coltellate la 26enne Vanessa Ballan lo scorso 19 dicembre, secondo le avvocatesse che lo difendono non avrebbe confessato. Le legali, infatti, hanno impugnato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del loro assistito di fronte al Tribunale del Riesame. Secondo la difesa, infatti, l’impianto accusatorio con cui la Procura ha ottenuto la misura cautelare, avrebbe delle lacune. Dunque anche la custodia in carcere sarebbe inadeguata e di conseguenza da rivedere.



Le legali, al termine dell’interrogatorio di garanzia, avevano espresso dubbi sul valore della telefonata che l’operaio aveva fatto al 112 quel pomeriggio, nella quale diceva di aver commesso una brutta cosa e di volersi costituire il giorno successo. Il giudice ha intanto convalidato il fermo del 41enne, ora rinchiuso nel carcere di Santa Bona a Treviso, indicando nelle motivazioni della custodia cautelare il pericolo di fuga, quello dell’inquinamento probatorio e della possibile reiterazione del reato ai danni di altre donne. Tra gli elementi che hanno portato alla decisione anche quella telefonata al 112, che per gli inquirenti è una sorta di confessione.



Fandaj Bujar, le avvocatesse: “È molto provato”

Le avvocatesse di Fandaj Bujar, al termine dell’interrogatorio di convalida nel quale l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, hanno dichiarato: “Il nostro assistito è molto provato. Non riesce a dormire né a mangiare. È veramente difficile instaurare una comunicazione con lui in questo momento”. Parlando invece di quella telefonata al 112, le legali hanno poi affermato: “La Procura di Treviso ha espresso le proprie posizioni ma ci sono moltissimi elementi ancora da chiarire. Le indagini sono tuttora in corso e non tutto nella narrazione emersa in questi giorni corrisponde al vero”.



Come spiega Il Messaggero, le legali avevano dieci giorni di tempo dalla notifica dell’ordinanza per impugnarla di fronte al riesame. Non è escluso inoltre che le avvocatesse decidano di far rilasciare nei prossimi giorni al loro assistito delle dichiarazioni spontanee. Fino a questo momento, infatti, il 41enne kosovaro non ha mai parlato, dimostrandosi confuso e incapace di ricostruire i fatti che hanno portato alla morte di Vanessa Ballan. La difesa ha però adesso deciso di procedere con le azioni legali, con l’obiettivo di scarcerare, almeno per il momento, l’assistito.