“ELETTORI TRADITI DALLA UE”: IL GENERALE VANNACCI A “QUARTA REPUBBLICA” CONTRO LA COMMISSIONE VON DER LEYEN

Eurodeputato in carica da neanche una settimana, il generale Roberto Vannacci lunedì sera per l’ultima puntata stagionale di “Quarta Repubblica” ha spiegato il suo personale punto di vista sulla tesissima nomina di Ursula Von der Leyen a Presidente “bis” della Commissione Europea. Tesa nei modi e nei preparativi, non tanto nei numeri visto che 400 voti aveva in “dote” la leader tedesca e poco più di 400 ha effettivamente preso nella votazione del Parlamento Ue. Per il generale europarlamentare della Lega – oltre che vicepresidente del nuovo gruppo Patrioti per l’Europa (ha smentito ancora ieri la “cacciata” dai compagni di partito) – la votazione e il discorso di Von der Leyen hanno rappresentato un punto di forte tradimento del voto dei cittadini europei.



«Sono stato fortunato. Ero seduto vicino a von der Leyen, ero a pochi metri e devo dire che, vedendola da vicino, sembra quasi viva», ha detto subito ironizzando il generale in riferimento alle modalità tenute dalla Presidente Ue prima di prendere la fiducia in aula. Dal farsi portare da bere allo sforare di mezzora il tempo concessole, fino all’ascoltare i deputati in lingue che difficilmente poteva conoscere senza minimamente mettersi le cuffie per comprendere: secondo Vannacci, Von der Leyen utilizza la politica del Marchese del Grillo, «Essendo uomo di trincea, se si mangia scatolame si mangia tutti scatolame». La democrazia europea, aggiunge il deputato leghista in Ue, è stata sfruttata per le sue regole, e qui avviene il “mondo al contrario” che tanto denuncia Vannacci da tempo: «la democrazia dovrebbe rappresentare il popolo che vota, in Europa non è avvenuto questo. La volontà popolare è stata gabbata». Il concetto chiave sottolineato dal generale dell’Esercito è il passaggio, lo spostamento effettuato dal Parlamento Ue rispetto alla volontà dei cittadini europei che hanno votato alle urne ad inizio giugno: «Il popolo si è spostato a destra nelle elezioni europee invece il parlamento europeo si è spostato a sinistra, non si è rispettata la volontà popolare».



VANNACCI SUL DISCORSO DI VON DER LEYEN: “UNA GRANDE MANBASSA PER GOVERNARE TRADENDO GLI IDEALI DELL’EUROPA”

Citando poi direttamente il discorso tenuto all’Eurocamera di Strasburgo dalla Presidente della Commissione Ue per ottenere la maggioranza del Parlamento, il generale Vannacci si sofferma sui diversi punti dove non è chiara affatto una linea programmatica e dove invece appare evidente che l’intento – secondo la Lega e in generale le altre opposizioni a Von der Leyen – è quello di governare escludendo le forze considerate “estreme”. «Von der Leyen dice che in Ucraina dobbiamo continuare fino alla vittoria, senza però dire come poterla ottenere e in che modo: poi su Gaza dice che serve un cessate il fuoco, ma perché in Ucraina non andrebbe bene?», sottolinea con forza Vannacci collegato sempre con Quarta Repubblica.



Per il generale la leader PPE arriva a dire tutto il contrario di tutto, sarebbe in fondo questo il programma di Von der Leyen: rispondendo alla critica ragionata di Nicola Porro che pone il tema del sistema proporzionale che così funziona, imponendo un accordo giocoforza per poter governare l’Europa, Vannacci sostiene di voler mettere n dubbio proprio chi ha proposto questo sistema «che non rispetta il popolo: in tutte le democrazie del mondo alcuni posti vanno alle opposizioni, qui il cordone sanitario è intervenuto con dei magheggi che non tengono conto del popolo». Davanti all’accordo della nuova Commissione Ue che se possibile si sposta ancora più a sinistra di quanto già non fosse 4 anni fa – con l’ingresso dei Verdi e il mancato voto dei Conservatori di Meloni – l’elettorato, per Vannacci, non può che stancarsi alla lunga di questa politica: «dare il voto alla Commissione Von der Leyen per ottenere un commissarietto e fare la politica del compromesso e dell’inciucio è quello che gli elettori non vogliono». Secondo il generale eletto con i voti della Lega, i cittadini alle urne votano perché affinché i propri rappresentanti possano andare avanti «fedeli a dei principi, a delle idee, a degli ideali per cui combattiamo». Se invece Von der Leyen con Macron, Scholz, i Verdi e il Partito Popolare fanno questa “manbassa” dove stanno tutti insieme «sapendo però che poi non otterranno nulla di quel programma, lo facciano ma questa non è la politica che vogliamo, è la politica democristiana della Prima Repubblica».