DOPO GIORNI DI “CERTEZZE” SI CONFERMA FAKE LA NOTIZIA SULL’ESCLUSIONE DI VANNACCI DAL GRUPPO PATRIOTI PER L’EUROPA: CONFERMATO VICEPRESIDENTE
Il generale Roberto Vannacci resta vicepresidente del gruppo in Parlamento Ue “Patrioti per l’Europa”: o meglio, non è mai stato in discussione il ruolo ottenuto in sede di formazione del nuovo movimento politico che eredità l’ex Identità e Democrazia, lo scorso 8 luglio 2024. Dopo giorni di presunte “cacciate” e messe in discussione del generale eletto nelle file della Lega alle ultime Elezioni Europee, arriva la conferma che Vannacci sarà uno dei 7 vicepresidenti del terzo gruppo più numeroso del Parlamento Ue appena formatosi.
Lo comunica l’Adnkronos dopo aver consultato i verbali della sessione plenaria di Strasburgo di venerdì scorso 19 luglio, dopo la nomina di Ursula Von der Leyen a presidente della Commissione Europea: malgrado le effettive perplessità evidenziate dal capodelegazione del Rassemblement National (il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, alleati della Lega prima in ID e ora nei Patrioti per l’Europa) Jean-Paul Garraud, il generale Vannacci risulta a tutti gli effetti il vicepresidente in quota Lega del gruppo PdF che conta ben 84 parlamentari Ue a Strasburgo.
DALLE NOMINE AI RUOLI FINO AGLI ATTACCHI DEI MEDIA: COS’È IL “CORDONE SANITARIO” DENUNCIATO ANCHE DAL GENERALE VANNACCI
Da un’altra vicepresidente dal gruppo Patrioti per l’Europa arriva intanto proprio oggi una dura presa di posizione sulle recenti nomine delle varie commissioni del Parlamento Ue, che si aggiungono alle trattative sui “top jobs Ue” e alla formazione della maggioranza Ursula: secondo l’ungherese Kinga Gál (Fidesz, il partito di Orban, fondatore del gruppo Patrioti) «valutiamo azioni legali contro il cordone sanitario attuati nei confronti del gruppo dei Patrioti per l’Europa». L’accusa è diretta contro il PPE e gli altri gruppi che hanno di fatto escluso PfE da ogni ruolo apicale delle 24 commissioni del Parlamento Ue: «è oltraggioso e inaccettabile. Non rispetta i risultati elettorali e il voto di milioni di elettori, siamo il terzo gruppo più numeroso all’Eurocamera», rilancia la fedelissima di Orban.
Come mezzi legali si ipotizza anche il ricorso alla Corte di Giustizia Ue per capire se il metodo utilizzato dai vari PPE, S&D, Renew e Verdi – i membri della maggioranza in Commissione Ue – sia democratico e regolare. Era stato lo stesso generale Roberto Vannacci a denunciare appena lunedì scorso il “cordone sanitario” messo in atto dai vari partiti “europeisti” contro chi non ha le stesse idee di Europa e futuro: intervistato da “Quarta Repubblica”, il vicepresidente dei Patrioti per l’Europa attaccava «in tutte le democrazie del mondo alcuni posti vanno alle opposizioni, qui il cordone sanitario è intervenuto con dei magheggi che non tengono conto del popolo».
Tecnicamente “cordone sanitario” comprende la pratica medica di isolamento completo e forzoso di una comunità-territorio colpiti da malattie ed epidemie, ma in politica ha assunto nel tempo il significato di una “esclusione netta” perché un tal gruppo o politico vengono considerati inaccettabili e ideologicamente estremisti. Dopo Vannacci anche il capo delegazione della Lega al Parlamento Ue, Paolo Borchia, ha spiegato come il problema del “cordone sanitario” è un tema lesivo della stessa democrazia: «il cordone sanitario messo in atto dai gruppi di maggioranza del Parlamento europeo, purtroppo anche da partiti italiani, è un attentato alla democrazia». Circa 18 milioni di cittadini europei che hanno votato a destra vengono così traditi e non considerati dai vertici Ue che per escludere un gruppo considerato “nemico” arrivano a praticare l’esclusione da ogni ruolo di minima rappresentanza democratica anche per chi è all’opposizione. Ma il “cordone” in atto contro il Centrodestra complessivo, tanto italiano quanto europeo, si è espresso non solo nelle sedi parlamentari ma anche sui media: la campagna martellante contro il «Vannacci impresentabile» e «cacciato dai Patrioti» è durata giorni, così come l’insistere che nei ruoli del Parlamento Ue non dovessero esserci membri di Patrioti o del nuovo gruppo sovranista “Europa delle Nazioni Sovrane“.