Enrico Vanzina, sceneggiatore, regista e produttore che ha firmato non pochi capolavori della commedia all’italiana, è stato chiamato da Libero Quotidiano a commentare una notizia surreale, ovvero quella secondo cui a Napoli la polizia stradale ha fermato un convoglio di cinque carri armati e li ha multati perché stavano trasportando un carico d’armi senza essere in possesso della documentazione corretta. “Di fronte a storie come questa mi torna in mente l’auspicio formulato anni fa da uno scrittore francese: Speriamo che il mondo rimanga ridicolo”, ha detto.



L’esponente del mondo del cinema infatti è ben consapevole del fatto che l’Italia è esattamente come la rappresentava Totò nei suoi film. “Due mesi prima di morire, mio padre Steno mi disse: Ricordati che l’Italia di Totò non finirà mai”. Oggi è della stessa idea. “L’Italia descritta all’interno di quelle pellicole è rimasta invariata nei suoi tratti fondamentali. Totò si confrontava con lo spirito degli italiani, ne aveva colto l’essenza: quel mondo popolato da azzeccagarbugli e fatto di impicci, raccomandazioni e spintarelle lo ritroviamo intatto ancora ora. Non è un caso che la commedia all’italiana sia stato il genere cinematografico più importante dal dopoguerra ai giorni nostri”.



Vanzina: “Italia di ora come in film Totò”. Non è cambiato nulla?

L’Italia di ora è ancora come quella rappresentata dai film di Totò, questa la sensazione che Enrico Vanzina ha nell’ascoltare le notizie quotidiane. È per questo motivo che lo sceneggiatore, regista e produttore ritiene che “nel nostro Paese sia impossibile prendere sul serio il reale”, ma è proprio per questo che ne evidenzia i lati positivi e negativi. “Da una parte è disarmante, dall’altra parte è la nostra salvezza. La risata contiene in sé una forza enorme, capace di abbattere anche il disastro. Occorre sempre tenere presente che qui da noi, quando si è deciso di affrontare le cose senza umorismo, è arrivata la dittatura”.



Una realtà molto diretta da quella di altri Paesi, come la Germania. Lo sa bene, dato che sua moglie è tedesca. “La verità è che in Germania, così come in Austria o in Inghilterra, i carri armati sono in regola e non vengono fermati al casello, ma quel modello di società presenta altri difetti, altrettanto vistosi”, conclude ai microfoni di Libero Quotidiano.