È notizia di questa mattina che la Commissione Europea ha avviato la doppia procedura d’infrazione contro Ungheria e Polonia, entrambi Stati membri Ue, in merito alla tutela dell’eguaglianza e dei diritti fondamentali: se per Varsavia il “nodo” riguarda un chiarimento in merito alla natura delle cosiddette “zone libere dall’ideologia LGBT”, per Budapest lo scontro è noto da tempo. Riguarda la legge “anti-LGBT” – così l’ha definita la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen – che limita e in alcuni casi anche vieta l’accesso dei minorenni ai contenuti che promuovano la «divergenza dall’identità corrispondente al sesso alla nascita, il cambiamento di sesso o l’omosessualità».



Intervistata oggi a “La Verità” parla invece in difesa di quella legge chi ha contribuito a scriverla, ovvero la Ministra per la Giustizia Judit Varga: «Legge contro i gay? Non è assolutamente vero», attacca ribadendo come il Parlamento ungherese insieme anche all’opposizione hanno adottato una legge per «proteggere i nostri bambini». Varga invita a leggere il testo della legge in vigore da giugno 2021, «visto che riguarda i bambini, il nostro valore più grande». La Ministra del Governo Orban accusa invece l’Europa e i media liberale mainstream di diffondere «notizie false e accuse infondate, solo perché uno Stato membro non è di- sposto a giocare secondo le loro regole. In realtà, vogliono semplicemente costringerci a far entrare i lobbisti Lgbt nelle nostre scuole. È scandaloso».



UNGHERIA VS UE: “DIFFAMAZIONE VERGOGNOSA CONTRO DI NOI”

Varga non teme ritorsioni quando definisce vergognosa la campagna di diffamazione lanciata dall’Europa contro l’Ungheria, in particolare da Von der Leyen e dal Premier d’Olanda Mark Rutte che ha parlato di voler «mettere in ginocchio l’Ungheria». Secondo la Ministra della Giustizia, al di là dei toni da “colonialismo” esercitato da alcuni capi di Stato Ue, il nodo dell’educazione dei bambini resta il punto centrale della legge Orban, tutto il contrario da quanto viene dipinto all’estero: «Né il “Comitato di Bruxelles” né alcun altro organismo europeo può prescrivere come vivere, come pensare e come i genitori ungheresi dovrebbero crescere i propri figli in Ungheria». Varga spiega che la tutela dei minori per legge è stata voluta e scritta seguendo l’articolo 14, paragrafo 3, della Carta dei Diritti Fondamentale dell’Ue: «è diritto dei genitori garantire l’istruzione e che l’insegnamento sia conforme alle loro convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche». Per la Ministra parlare di legge che assimila l’omosessualità alla pedofilia non solo è fuorviante ma profondamente falso per quanto scritto nella legge stessa: «la legge non si applica alle persone di età superiore ai 18 anni. L’Ungheria è un Paese libero e tutti sono liberi di vivere come vogliono. Il loro orientamento, le loro scelte di vita e il modo in cui vedono la vita sono solo affari loro. Sono adulti. Ma ci deve essere protezione per coloro che non sono adulti, che sono ancora bambini, i nostri figli – non solo in generale: ognuno è figlio di qualcuno. E questa legge riguarda come proteggerli».



Si limitano le promozioni su media e tv di contenuti «non raccomandati ai minori» (e saranno mandati in onda solo tra le 22 e le 5, ndr), mentre il nodo sulla scuola viene spiegato da Judit Varga: per contrastare la propaganda Lgbt («non possiamo permettere che i nostri figli siano posti sotto la tutela delle Ong invece che dei loro genitori»), la Ministra ungherese conclude «minori dovrebbero essere protetti da contenuti – presenti nei media o su Internet – sessualmente espliciti o di qualsiasi altro genere non adatto alla loro particolare fascia di età. Le lezioni educative dovrebbero essere tenute solo da personale e da organizzazioni qualificati, con il consenso esplicito dei genitori, dopo che questi ultimi abbiano potuto familiarizzare con il contenuto della lezione».