La variante brasiliana del Covid è “sbarcata” in Sardegna. A confermare per la prima volta la presenza di questa mutazione sudamericana è stato il laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari dopo aver mappato l’intero genoma virale di Sars-CoV-2. È stata esclusa invece l’ipotesi per altri campioni in Gallura. La variante era stata registrata come sospetta la settimana scorsa, ora c’è la conferma da parte di quello che viene considerato un laboratorio “sentinella”, in quanto ha il compito di allertare il sistema di sorveglianza proprio per circoscrivere i focolai contagiosi. Infatti, dall’inizio della pandemia Covid ha esaminato oltre 192mila tamponi e oltre 17mila test sierologici. Attualmente sta partecipando con altri laboratori Covid della Sardegna alla cosiddetta “quick survey”, un’indagine rapida coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss) per fare una fotografia nazionale dei campioni risultati positivi al coronavirus.
Così si può verificare la trasmissibilità della variante brasiliana e la prevalenza nel tempo, anche delle altre varianti, in tutte le regioni. Ad esempio, l’ultimo studio del 18 febbraio ha certificato che in Sardegna la variante inglese aveva una prevalenza del 75%.
VARIANTE BRASILIANA COVID, IERI SCOPERTA IN EMILIA ROMAGNA
Ieri invece è stato registrato in Emilia Romagna il primo caso di variante brasiliana. È stata scoperta in un 48enne ricoverato all’ospedale di Vecchiazzano, a Forlì, in condizioni stabili e in stato di isolamento, come lo è la sua famiglia. La vicenda è stata ricostruita da ForlìToday, spiegando che l’uomo era rientrato da un viaggio dal Sudamerica ed era stato sottoposto ad un tampone risultato negativo. Pochi giorni dopo però ha mostrato i sintomi del Covid, quindi è stato sottoposto ad un nuovo tampone che ha dato esito positivo.
Questo è per ora l’unico caso di variante brasiliana accertato in Emilia Romagna. Il primo caso in assoluto registrato in Italia è stato segnalato il 16 gennaio, quando un uomo rientrato dal Brasile risultò positivo all’aeroporto di Malpensa. Invece in Sud America fu individuata su un’infermiera di 45 anni che aveva già contratto il coronavirus cinque mesi prima.