Una delle cose che abbiamo imparato del coronavirus è che tende ad evolversi, perché è l’unico modo che ha per restare in circolazione. Questo è uno degli aspetti più inquietanti, perché complica la battaglia contro di esso. Bisogna quindi correre con la campagna vaccinale per ridurre il più possibile la sua circolazione, senza così correre il rischio di incappare in varianti pericolose. Come potrebbe rivelarsi la variante Delta, la più diffusa tra quelle finora in circolazione e indicata con la sigla B.1.617.2. Ora c’è una nuova versione individuata dall’Istituto di genomica e biologia integrativa (Igib) del Consiglio nazionale delle ricerche indiano (Csir). La nuova variante per brevità viene indicata con la sigla AY.1. Secondo i ricercatori dell’Igib, avrebbe caratteristiche che potrebbero renderla più resistente ai vaccini anti Covid e alle terapie sugli anticorpi monoclonali. Questa è la versione più temuta delle tre, oltre che la più diffusa. “Merito” della sua capacità di trasmettersi facilmente: è il 60% più efficace da questo punto di vista. Lo deve, ad esempio, alla mutazione K417N che è presente anche nelle varianti Beta e Gamma. Tutti motivi che non ci fanno star tranquilli.



VARIANTE DELTA, LA SITUAZIONE IN USA

Infatti, il Centers for Disease Control and Prevention (il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie) è preoccupato al punto tale da ritenere che la variante Delta possa diventare presto il ceppo dominante negli Stati Uniti. «La variante Delta muta troppo e in questo modo elude i vaccini esistenti», l’allarme lanciato dal CDC, nonostante la campagna vaccinale in Usa corra a ritmo altissimo. «È più trasmissibile della variante alfa, o della variante britannica, che abbiamo qui. Abbiamo visto che è diventata rapidamente la varietà dominante in un periodo di uno o due mesi, e prevedo che sarà ciò che accadrà con la varietà delta». Queste le parole della dottoressa Rochelle Walensky, direttrice dei Centers for Disease Control and Prevention, intervenuta alla ABC News. I timori sono legati al fatto che la variante Delta possa eludere i vaccini anti Covid già esistenti. Questo è quello che gli esperti vogliono prevenire ed è il motivo per cui si incoraggiano le persone a vaccinarsi. «Per quanto questo ceppo Delta sia preoccupante e per quanto la sua iper-trasmissibilità sia alta, i nostri vaccini per ora funzionano. Con due dosi sarai protetto contro questa variante Delta». Una invece non è sufficiente.



IMMUNITÀ DI GREGGE SI INNALZA

Un’altra cosa di cui non si è sicuri è la letalità della variante Delta. Per il dottor Ashish Jha, rettore della Brown University Schoolf of Publicherete Health di Providence, oltre ad essere più contagiosa di qualsiasi altra variante emersa finora, «sembra anche essere un po’ più letale per le persone che vengono infettate», ha dichiarato alla ABC News. Bisogna giocare d’anticipo e correre con i vaccini, anche perché la soglia per l’immunità di gregge si alza avvicinandosi all’88%. Lo rileva il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento, coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con Agenas. «Poiché la variante Delta è circa il 60% più contagiosa rispetto alla variante Alfa, è necessario raggiungere una percentuale più alta di vaccinati», la spiegazione fornita all’Ansa. Così se pure dovesse essere la variante dominante a settembre, non rappresenterebbe un problema di sanità pubblica. Per Battiston è «un obiettivo sfidante» quello dell’immunità di gregge all’88%, considerando che «più una variante si trasmette con facilità, più è necessario proteggere il maggior numero di persone con il vaccino, comprese le persone più giovani, che sono circa 9 milioni in Italia tra 0 e 19 anni, pari al 15% della popolazione».



VARIANTE DELTA, COSA PUÒ SUCCEDERE IN ITALIA

Per alcune settimane il Regno Unito ha avuto paura di una nuova ondata a causa della variante Delta, ma da qualche giorno sta rallentando la sua corsa. I contagi continuano a crescere, ma a ritmo inferiore. Solo l’1% dei posti letto in ospedale è occupato da pazienti Covid, un terzo degli ospedali non hanno ricoverati per il coronavirus. E la mortalità è crollata. Per gli scienziati britannici tra un paio di settimane dovrebbe esserci un’inversione di tendenza. In un altro momento avremmo assistito ad un’ondata travolgente, ma i vaccini, che si sono rivelati per ora efficaci con la variante Delta, hanno permesso al Regno Unito di reggere senza grossi problemi. Infatti, la maggior parte dei contagiati sono non vaccinati, in particolare giovani, o anziani che hanno scelto di non vaccinarsi. Inoltre, in genere sono casi asintomatici o paucisintomatici. Quindi, un aumento di casi con ospedalizzazioni e decessi contenuti è uno scenario che potrebbe vivere l’Italia in autunno, verso settembre e ottobre, secondo quanto previsto dal virologo Fabrizio Pregliasco. «Anche in Italia la variante Delta diventerà dominante e con la ripartenza delle scuole è verosimile che ci sarà un aumento dei contagi – ha dichiarato al Corriere della Sera -. Grazie ai vaccini però i danni saranno contenuti e non ci sarà una vera e propria nuova ondata, ma un colpo di coda del virus, una piccola ondata con infezioni lievi, senza l’incremento di ricoveri e decessi che abbiamo vissuto lo scorso inverno».