La variante Delta è solo più contagiosa del ceppo originario di Wuhan del coronavirus o è anche più pericolosa? Uno studio condotto in Danimarca conferma che quella che inizialmente venne chiamata variante indiana, oltre ad essere caratterizzata da una maggiore trasmissibilità, causa anche infezioni più gravi, soprattutto tra persone non vaccinate, visto che i vaccini si sono confermati efficaci anche contro di essa. Lo studio “Hospitalisation associated with SARS-CoV-2 delta variant in Denmark”, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, dimostra che è stato riportato un aumento del rischio di ospedalizzazione per le infezioni da variante Delta rispetto a quelle da variante Alfa tra il 29 marzo e il 23 maggio 2021.



Lo studio comprende 196 pazienti ricoverati, di cui 47 ricoverati almeno 21 giorni dopo la prima vaccinazione. I ricercatori, per corroborare tali dati, hanno aggiornato l’analisi nazionale danese del rischio di ricovero associato alla variante Alfa tra il 1° gennaio e il 28 marzo 2021 includendo i casi fino al 27 giugno 2021, quindi pure i pazienti con la variante Delta.



“VARIANTE DELTA NON È SOLO PIÙ TRASMISSIBILE”

Da questa ulteriore analisi è emerso che di 44 pazienti ricoverati in ospedale con variante Delta, solo 4 sono stati ammessi almeno 14 giorni dopo la prima vaccinazione. “Il rischio di ricovero è cresciuto significativamente solo tra i non vaccinati e tra coloro che sono risultati positivi entro 14 giorni dalla prima dose di vaccino”, hanno osservato gli scienziati danesi. Dunque, queste evidenze potrebbero essere utili per individuare le giuste misure nei paesi dove si sta rapidamente diffondendo questa variante nonostante la vaccinazione.



I ricercatori, però, fanno notare anche che “la pandemia cambia costantemente rispetto ai modelli di test, alla distribuzione dell’età e al comportamento sociale con il lancio del programma di vaccinazione”. Infine, precisano che “l’efficacia del vaccino contro l’infezione e i ricoveri potrebbe anche variare a seconda delle varianti in circolazione”. Motivo per il quale l’attenzione deve restare massima.