La variante Delta, in Cina, fa paura. Talmente paura da indurre le forze dell’ordine a sigillare le porte delle case a Zhengzhou, capitale dell’Henan, come si evince da un video diventato virale sui social del Paese del Dragone. A diffonderlo è la pagina Twitter Asiablog.it, che scrive la seguente didascalia in calce al filmato: “Questo video mostra presumibilmente degli agenti che sigillano le porte di alcune abitazioni a Zhengzhou. Nella Repubblica popolare, lockdown significa non poter uscire. Cibo e acqua vengono lasciati davanti alla porta”.



Insomma, una situazione surreale, nella quale i cittadini vengono “murati in casa”, alla stregua di quanto accadeva a Wuhan nel corso della primissima ondata pandemica, quando un gruppo autonomo di cittadini decise di intervenire sulle porte d’ingresso degli appartamenti “infetti”. Intanto, al fine di contenere il nuovo boom di contagi da Covid-19, proprio Wuhan ha già raccolto oltre 11,23 milioni di campioni di test molecolari, contestualmente al lancio di una nuova campagna di test il 4 agosto.



VARIANTE DELTA, PERSONE SIGILLATE IN CASA IN CINA: TEST DI MASSA IN CORSO

Intanto, come riferisce “Il Messaggero”, il personale sanitario di Wuhan sta ancora controllando e segnalando i casi positivi, secondo quanto asserito da Li Yang, vicedirettore del centro provinciale dell’Hubei per il controllo e la prevenzione delle malattie, nel corso di una conferenza stampa tenutasi all’interno della sede provinciale di prevenzione e controllo delle epidemie. Situazione emergenziale anche in altre parti dell’Asia: in Thailandia gli obitori non riescono più a contenere i cadaveri in arrivo e sono stati affittati alcuni container per conservarli, talvolta anche per un periodo di tempo piuttosto dilatato.



In Giappone, invece, con particolare riferimento a Tokyo, i casi di positività hanno raggiunto quote mai tanto allarmanti (5mila positività al giorno): si teme che possa trattarsi dell’effetto olimpico, con i Giochi appena conclusi che, pur essendosi svolti a porte chiuse e in assenza di pubblico nei palazzetti sportivi, hanno contribuito a mobilitare un gran numero di addetti ai lavori, senza contare gli atleti, i loro staff e le altre figure di riferimento delle singole rappresentative nazionali. Attualmente, sono 135 i pazienti nelle terapie intensive della capitale nipponica.