Oramai la famigerata variante Delta del virus SARS-CoV-2 è diventata predominante anche in Italia, come peraltro accaduto in Gran Bretagna e in diversi altri Paesi, ma ancora non sono chiari alcuni aspetti relativi alle modalità di trasmissione, alla contagiosità (comunque più elevata rispetto alle varianti oggi conosciute) e soprattutto a quali sono i sintomi conclamati. Infatti a detta di alcuni esperti che stanno studiando i casi di contagio dovuti a questo nuovo ceppo del Covid-19, i sintomi sarebbero leggermente differenti. E, in un articolo apparso di recente sul ‘New York Times’, si è cercato di fare chiarezza riportando le opinioni di diversi esperti in materia e facendo una sintesi di quello che è oggi lo stato dell’arte delle conoscenze in merito alla variante Delta.
Due anni fa, scrive il quotidiano della Grande Mela, uno starnuto o un colpo di tosse non sarebbero mai stati motivo di allarme o preoccupazione per chi ci sta intorno, ma adesso anche i sintomi più lievi ci portano a domandarci se siamo positivi al coronavirus. Se nelle prime fasi della pandemia abbiamo imparato a riconoscere i segnali dell’infezione, con le progressive mutazioni del virus e il proliferare delle varianti questa ‘lista’ va aggiornata: secondo alcuni scienziati, oltre a febbre, tosse, perdita di gusto e olfatto, mancanza di respiro e affaticamento, i sintomi sono leggermente cambiati stando ad alcuni studi effettuati sulla prevalenza della variante Delta negli Stati Uniti. In attesa di conferme, la certezza degli esperti americani la maggior parte delle ospedalizzazioni ora riguarda pazienti non vaccinati, più inclini a sviluppare sintomi gravi a livello respiratorio e dolori al petto.
VARIANTE DELTA, SINTOMI DIVERSI? ECCO COSA DICONO GLI ESPERTI
Gli esperti non sono sicuri ancora se la variante Delta sia responsabile per questi sintomi severi: sicuramente questa mutazione è contagiosa il doppio rispetto alle altre varianti e allo stesso livello della varicella; inoltre tende a replicarsi velocemente nel nostro organismo e i pazienti positivi mostrano una forte carica virale in naso e gola. Il dottor Andrew T. Chan, epidemiologo del Massachusetts General Hospital, ha tracciato milioni di persone in UK, USA e Svezia scoprendo che i vaccinati sono più protetti dalla variante e che le infezioni tendono a produrre sintomi più lievi e di minore durata. Tra gli adulti vaccinati, “i sintomi che notiamo possono essere comunemente identificati come influenza” ha aggiunto Chan, spiegando che i pazienti presentano spesso tosse, naso che scorre e starnuti.
Non solo: anche mal di gola e dolori alla testa sembrano essere frequenti, mentre la febbre e ola perdita di gusto e olfatto sono riportati dai diretti interessati a un grado minore. Sempre secondo Chan, i ricercatori da tempo hanno cominciato a notare sintomi più lievi con la variante Delta dominante e questo ha coinciso con l’ultima coda della primavera, proprio il periodo in cui è cominciata la vaccinazione di massa non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo occidentale. Infine, molti pediatri di NYC, laddove il 67% degli adulti sono completamente vaccinati, ammettono di notare nei bambini gli stessi sintomi visti dall’inizio della pandemia, e che i casi più gravi tendono a manifestarsi negli adolescenti non vaccinati, specialmente quelli soggetti a malattie metaboliche, diabete ed obesità.