La Variante Delta spaventa o no? Nelle ultime 24 ore il Regno Unito ha fatto registrare un nuovo picco di contagi da Covid-19, quasi tutti generati dalla ex variante indiana: 28.773 casi, come non succedeva dalla seconda metà di gennaio e 37 morti, con la quota dei ricoveri a 2.200 unità. Il rapporto tra contagi e vittime è stato definitivamente “interrotto”, come ha spiegato ieri il Premier Boris Johnson annunciando la fine delle restrizioni dal prossimo 19 luglio, nonostante l’insorgere della “Delta”: il motivo è dettato dalla campagna vaccini, con 80 milioni di dosi già somministrate con il 64,3% degli over 18 immunizzati completamente e l’86% con una sola dose.



Si sperticano in questi giorni le polemiche da Ue e Italia per il “pragmatismo” inglese considerato eccessivo e pericoloso, tanto che oggi Cts e Ministero della Salute si sono affrettati a dire che «la pandemia non è finita» e che occorre mantenere «tutte le restrizioni attuali per evitare peggioramenti in autunno». Eppure lo stesso BoJo non ha parlato di pandemia finita, ma ha puntato l’accento su un punto decisamente diverso: si arriverà «fino a 50mila casi al giorno a fine mese», ma va accettato perché «bisogna purtroppo riconciliarsi con l’idea di altri morti di Covid. Se non lo facciamo adesso quando abbiamo fatto così tanto con la vaccinazione per spezzare il legame, quando mai potremo farlo? Correremmo altrimenti il rischio di riaprire in un momento molto difficile quando il virus ha un vantaggio, nei mesi freddi, o di dover rimandare tutto al prossimo anno».



IL CONFRONTO ITALIA-UK SULLA VARIANTE DELTA

Dunque, un rischio enorme quello avanzato da Johnson o un rischio “calcolato” su basi scientifiche? Poniamo un paragone sui numeri e proviamo a capirci qualcosa di più: i nuovi contagi raggiunti oggi dall’Inghilterra non si vedevano dal 29 gennaio scorso, quando i nuovi casi registrati furono 29.079. Ebbene, il nodo fondamentale è il rapporto con le vittime: se oggi sono state 34, il 29 gennaio 2020 furono purtroppo 1.245. Una differenza enorme dettata a questo punto con contezza dalla campagna vaccinale: come ha spiegato bene l’EMA nel suo ultimo report, dopo due dosi di vaccino si è schermati al 90% contro la Variante Delta, mentre con una sola dose il contagio è molto più semplice da prendere ma difficilmente porta a ospedalizzazioni o peggio ancora a decessi. Ora torniamo un attimo in Italia: oggi i morti registrati dal Ministero della Salute sono stati 24, con 907 nuovi casi. Se dovessimo ipotizzare un’esplosione di nuovi contagi per la variante Delta nei prossimi giorni, seguendo l’esempio inglese di queste settimane, non si dovrebbe assistere a nessun aumento vertiginoso di ricoveri o vittime: restiamo in pandemia, questo nessuno può smentirlo, occorre sempre la prudenza, ma il “prezzo” di una libertà ristretta durante una situazione come quella presentata dal Governo inglese, potrebbe essere eccessivo. Resta dunque un monito da lanciare a tutti coloro che non sono vaccinati, loro sì seriamente a rischio con la variante Delta: il viceministro della Salute Sileri lo ha espresso bene a “Omnibus” su La7, «Gli over 60 non vaccinati corrono un rischio per loro stessi, non solo per la società. A ottobre ci sarà una recrudescenza della circolazione del virus e, purtroppo, con questa circolazione, anche se non paragonabile allo scorso anno, in ospedale andrà prevalentemente chi non si è vaccinato. Ed è un rischio troppo alto […] Oggi morire di nuovo coronavirus, avendo un vaccino, è una stupidaggine. Con la vaccinazione le possibilità di morte sono vicinissime allo zero».

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