Una nuova variante Covid preoccupa la comunità scientifica. Si chiama “Eek” ed è del Giappone. Si tratta di una versione di Sars-CoV-2 con una mutazione della proteina spike E484k, che sembra sfuggire agli anticorpi generati da una precedente infezione da Covid e ai vaccini che sono stati sviluppati finora. La notizia arriva da Tokyo, dove il 70% dei pazienti ricoverati a marzo per Covid in uno dei principali ospedali della capitale giapponese sono risultati infettati da questa variante Covid. Al Tokyo Medical and Dental University Medical Hospital è stato effettuato il sequenziamento su 14 pazienti e 10 erano stati contagiati da questa variante del coronavirus. Visto che nessuna delle persone affette da questo virus mutato aveva viaggiato all’estero o era entrata in contatto con qualcuno che lo aveva fatto, allora si ritiene che la variante sia nata in Giappone.
Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, la notizia arriva in concomitanza della nuova impennata di contagi che ha colpito in particolar modo la città di Osaka e altre due prefetture dell’arcipelago, Hyogo e Miyagi, dove sono entrate in vigore da oggi restrizioni simili a quelle revocate due settimane fa a Tokyo.
VARIANTE GIAPPONESE, TIMORE PER VACCINI
Questa variante Covid preoccupa anche perché il 23 luglio in Giappone dovrebbe tenersi l’Olimpiade, già rimandata l’anno scorso proprio a causa dello scoppio della pandemia Covid. Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, la variante giapponese sembra più contagiosa, ma non è chiaro se sia più resistente ai vaccini anti Covid. Peraltro, in Giappone la vaccinazione su larga scala non è ancora cominciata. Per Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, non c’è da stupirsi, né da terrorizzarsi. «Man a mano che la campagna vaccinale proseguirà, e si avranno più persone immunizzate, il virus proverà a crearne altre in grado di eludere i vaccini, ma molte saranno, per così dire, “insignificanti” – ha detto al Corriere al Sera -. Modifiche ininfluenti. Modificare i vaccini per renderli nuovamente efficaci non sarà difficile e lo si sta già facendo».