Il microbiologo Guido Rasi è tra gli esperti ottimisti riguardo la protezione che i vaccini anti Covid garantiscono anche contro la variante indiana. «I vaccini sembrerebbero essere efficaci, forse non daranno la protezione totale, ma altri vaccini proteggono contro l’esito letale e la forma severa. Stiamo monitorando la situazione», ha dichiarato l’ex direttore esecutivo dell’Ema ai microfoni di Agorà. Il problema della variante indiana è che sembra più adatta a diffondersi: «Ci dovremo aspettare che possono essere più infettanti». Va tenuta comunque sotto controllo: «Bisogna valutare la velocità della diffusione, ma i vaccini sono abbastanza buoni».



In merito invece alle riaperture: «Il pericolo dell’interpretazione scellerata del liberi-tutti c’è. Bisogna fare un 1° maggio libero, ma intelligente, perché abbiamo visto cose inaccettabili. Prevediamo una crescita dei contagi, ma le categorie a rischio dovrebbero essere coperte nel frattempo dalla campagna vaccinale». (agg. di Silvana Palazzo)



“VARIANTE INDIANA? MUTAZIONI NOTE”

La variante indiana non deve destare preoccupazione. Ad affermarlo è il professor Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma. «Non arriva da Marte, anzi si tratta di due varianti, una con due mutazioni e l’altra con tre», ha dichiarato oggi a Tagadà. Le due varianti sono B1617 e B1618, la prima con mutazioni nella spike 484 e 425, l’altra anche in D614G. «La mutazione 484 è la stessa mutazione presente nella variante brasiliana e in quella sudafricana, quindi già in parte è nota». Riguardo l’efficacia dei vaccini, ha chiarito: «Gli studi in letteratura indicano un’efficacia parzialmente ridotta. Anche il vaccino locale Covaxin sembra funzionare».



Il professor Cauda ha affrontato il tema anche nell’intervista a Roma Sette, spiegando che va tenuto conto anche della realtà locale specifica, delle condizioni di sovraffollamento, dunque l’impatto della variante indiana è forte perché il sistema sanitario è differente. «Possiamo dire che l’efficacia dei vaccini non viene assolutamente abolita. C’è poi una iniziale singola osservazione in Israele che sembra indicare che il vaccino Pfizer-Biontech sia in grado di contrastare questa variante indiana».

VARIANTE INDIANA E VACCINI: “EFFICACE ANCHE COVAXIN”

Della variante indiana ha parlato anche Giovanni Maga, direttore dell’istituto di genetica molecolare del Cnr. «Rispetto ai tre nuovi ceppi già comparsi ha una combinazione di cambiamenti nel genoma già presenti singolarmente negli altri e sempre nella stessa proteina, la Spike, fondamentale per il virus», ha dichiarato ieri al Corriere della Sera. Dunque, non è nuova, semplicemente è stata depositata per la prima volta nel registro che raccoglie i sequenziamenti del coronavirus, poi è comparsa altrove. «Ma non rappresenta una preoccupazione. Non sembra possedere le caratteristiche per scalzare i ceppi già circolanti». Quindi, possiamo star tranquilli anche per quanto riguarda i vaccini. A tal proposito ha affermato quanto poi ribadito da Cauda: «In uno studio in preprint, vale a dire non ancora pubblicato su una rivista scientifica, un gruppo di ricercatori indiani dimostra l’efficacia del vaccino Covaxin, prodotto localmente, contro il nuovo virus. I vaccini utilizzati in Ue e in Italia sono più efficaci del Covaxin quindi dovremmo sentirci tranquilli se la variante avesse il sopravvento».