Ilaria Capua, direttrice dell’UF One Health Center dell’Università della Florida ed esperta che gli italiani hanno imparato a conoscere e apprezzare in questo anno e mezzo di pandemia, è intervenuta nel corso della trasmissione di La7 “Di Martedì” per fare il punto della situazione circa il Coronavirus e le numerose varianti fino a questo momento rilevate, con uno sguardo particolare a quella indiana, che tanto sta facendo preoccupare i virologi e gli esperti di tutto il pianeta, anche se, al momento, c’è una sicurezza importante.



“I vaccini registrati in Europa e Usa proteggono dalle varianti”, ha sentenziato la professoressa. “I vaccini riducono la trasmissione dell’infezione e i casi gravi, anche per quanto concerne le varianti. Mentre facciamo assembramenti, però, le varianti fanno il loro lavoro: la variante inglese, che galoppa, soppianta le altre. Negli Stati Uniti d’America, nel tempo, si sta sostituendo a tutte le altre”. Occorre dunque continuare a mantenere elevatissima l’attenzione, in quanto il rischio di contagio rimane alto.



ILARIA CAPUA: “FESTA SCUDETTO? RISCHIO SUPERSPREADER”

Ilaria Capua, a “Di Martedì”, ha poi proseguito il suo intervento relativo alle mutazioni del virus Sars-CoV-2, asserendo: “È come se ci fossero due corse parallele tra la variante che diventa dominante e le altre, tante e messe insieme, man mano diminuiscono. Ci sono dinamiche di infezione che devono essere seguite e che oggi non devono preoccupare”. Pertanto, è logico pensare che i dispositivi di protezione individuale faranno parte della nostra quotidianità ancora per molto tempo: “In autunno ancora dovremo usare la mascherina, solo gradualmente ci metteremo verso una situazione mascherina free. Avremo ancora la mascherina tra i piedi per un po’, ma poteva andare decisamente peggio”. Infine, l’esperta ha voluto stigmatizzare le scene di giubilo (ma, soprattutto, di assembramento) a cui si è assistito nel pomeriggio di domenica 2 maggio a Milano, con la festa scudetto dei tifosi dell’Inter andata in scena di fronte al monumento simbolo della città meneghina, il Duomo: “Potrà accadere che ci sia uno o più superspreader che faranno partire il contagio”.

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