Roberto Burioni spiega le ultime novità sulla variante inglese del coronavirus, la mutazione che sta mettendo in ginocchio il Regno Unito (anche oggi nuovo record di casi giornalieri) e che – questo è il timore – rischia di diffondersi a macchia d’olio in tutto il mondo. Intervenuto sul suo portale Medical Facts, Burioni ha esordito: “Abbiamo qualche notizia in più riguardo alla variante inglese e non è buona. Prima di tutto i dati sembrano indicare che questa variante è molto più contagiosa. Quanto è difficile dirlo, visto che si stanno comunque prendendo precauzioni per ostacolare il contagio, ma questa è una caratteristica che a questo punto possiamo considerare molto probabile”. I dati a cui Burioni si riferisce sono con ogni probabilità quelli estrapolati da un rapporto (pre-print) dell’Imperial College realizzato in collaborazione con l’Università di Edimburgo, il ministero della Salute britannico e altri istituti.
VARIANTE INGLESE, PARLA BURIONI: “TRA I BAMBINI…”
Le evidenze di questo rapporto non sono alquanto incoraggianti, come spiega in maniera molto chiara Roberto Burioni: “Nel report che è appena apparso c’è una cosa che mi dà molto, molto, molto fastidio: questa variante più contagiosa pare circolare con particolare intensità nei bambini (0-9 anni) e nei ragazzi (10-19 anni) rispetto alle altre fasce d’età. Un elemento che deve portarci a una sorveglianza particolarmente attenta nel capire tempestivamente se questa variante (che ormai non è più inglese, visto che si isola dovunque) comincerà a circolare nelle scuole che il 7 gennaio riapriranno”. Alla luce di queste evidenze non è forse lunare l’ipotesi di rivedere la decisione di tornare a scuola in presenza dal 7 gennaio. Burioni in ogni caso chiude con una buona notizia: “Dati preliminari indicano che questa variante è neutralizzata dalla risposta immune suscitata dai vaccini contro COVID-19. Un motivo in più per sbrigarsi a vaccinare. Nessun ritardo, nessun ritardo, nessun ritardo”.