Variante Kappa, cos’è e perché desta alcune preoccupazioni all’interno della comunità scientifica? Nonostante l’Italia sia oramai da alcuni giorni totalmente ‘bianca’ e la campagna di vaccinazione, al di là di qualche intoppo negli approvvigionamenti delle dosi, proceda abbastanza spedita, crescono i timori anche alle nostre latitudini per l’arrivo della cosiddetta variante Delta del Covid-19 (secondo alcuni esperti evento inevitabile che porterà questa mutazione a diventare prevalente anche da noi il prossimo autunno…) e per quella Kappa che faceva comunque già parte della famiglia della prima. Vediamo di seguito di cosa si sta parlando
Infatti negli ultimi tempi i casi di infezione causati dalle varianti Delta e Kappa del virus SARS-CoV-2 è in aumento in Italia stando al monitoraggio effettuato dall’ISS e dal Ministero della Salute: come è noto questidue “sottotipi” in realtà tra di loro presentano poche differenze anche se della seconda mutazione al momento si conosce meno e per questo motivo, almeno fino ad ora, non è considerata tra le varianti che desterebbero maggiore preoccupazione ma solo “interesse” da parte degli organi che la stanno monitorando. Ma perché potrebbe cominciare a far paura la variante Kappa?
VARIANTE KAPPA: COS’E’ E COME SI DIFFONDE IN ITALIA?
I due sottotipi hanno poche differenze, ma la Kappa si conosce al momento un po’ meno, tanto che l’Ecdc non la considera tra le varianti ‘di preoccupazione’ come la Delta, ma solo ‘di interesse’. Andiamo con ordine: questa variazione è uno dei sottotipi della mutazione indiana Delta e pare che sia, a differenza di una variante Epsilon rilevata in California (e, almeno apparentemente, più resistente agli anticorpi), molto contagiosa e quindi si diffonderebbe soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione – segnatamente quella compresa tra i 12 e i 20 anni- dato che rappresenta proprio coloro che ancora non si sono sottoposti alla vaccinazione. Questo è anche il motivo per cui molti esperti spingono anche per la vaccinazione dei minorenni affinché questa variante circoli il meno possibile.
Stando inoltre a uno studio realizzato dalla Oxford University, i vaccini brevettati da Pfizer-BioNtech e da AstraZeneca sarebbero comunque altamente efficaci sia contro la variante Delta, sia col il suo sottotipo Kappa, entrambe identificate per la prima volta in India. Inoltre questa variante nome anche col nome di B.1.617.1 avrebbe una contagiosità simile a quella del morbillo, dunque molto alta. Ad affermarlo è stato Brett Sutton, numero uno del dipartimento sanitario di Victoria (Australia), spiegando che questa caratteristica la condivide con la Delta, entrambe più contagiose della variante inglese che al momento è invece prevalente in Italia. c’è il rischio che possa diffondersi anche da noi? Ovviamente sì e per questo motivo si torna al tema della vaccinazione di massa e anche nelle fasce più giovani della popolazione anche se, come accennato, i sieri di Pfizer e Astrazeneca raggiungerebbero picchi di protezione elevatissimi contro le due varianti in coloro che hanno completato il ciclo vaccinale.