La variante Mu resiste ai vaccini anti Covid? Questa una delle primissime domande che ci si è posti dopo la notizia della variante colombiana. Ma Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, invita alla calma. “Evitiamo il solito terrorismo delle varianti e un allarmismo eccessivo, certamente potrebbe essere resistente ai vaccini ma dobbiamo saperne di più e in questo momento riguarda il Sud America”, ha dichiarato all’AdnKronos. Arriva da Ecuador e Colombia, ma attualmente la sua diffusione a livello mondiale è inferiore allo 0,1%. A favorire la sua ‘nascita’ il bassissimo livello di vaccinazione e la circolazione del coronavirus. Per questo, ha evidenziato Bassetti, bisogna vaccinare tutti e vigilare sulle varianti, come del resto ha suggerito ai nostri microfoni il professor Roberto Cauda.
Dello stesso parere è Mauro Minelli, immunologo clinico e allergologo, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata. Anche lui all’AdnKronos parla di allarmismi “tutto sommato anche immotivati”. Ha evidenziato, infatti, che al momento non è una ‘variant of concern’ ma una ‘variant of interest’. Identificata tra gennaio e aprile 2021, si è andata rapidamente diffondendo in Colombia.
VARIANTE MU “BUCA” VACCINI? IN ARRIVO STUDI…
L’immunologo Mauro Minelli ha anche spiegato che la variante Mu “è funzionalmente simile alla già nota variante brasiliana, ma in Europa è molto poco frequente”. Anche per questo motivo ritiene che sia “piuttosto avventato” dire che resiste ai vaccini. “C’è bisogno di studi nuovi e più approfonditi per valutare i ruoli biologici ed epidemiologici del pattern di sostituzione riscontrato in questo nuovo ceppo”, ha aggiunto all’AdnKronos. Per il virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, è da tenere sotto controllo anche perché “ha una carta d’identità genetica che potrebbe suggerire una maggiore contagiosità”. Anche lui evidenzia che al momento non ci sono elementi né per ritenere che ‘buchi’ il vaccino né per fare previsioni.
Invece Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha annunciato all’AdnKronos che sono in corso studi: “Nell’arco di una decina di giorni dovremmo avere i primi risultati su che tipo di mutazioni hanno interessato le aree che possono inficiare l’attività dei vaccini autorizzati. Capiremo anche che tipo di contagiosità possiede”. Per ora, dunque, ogni discorso è prematuro, ma non crede che la contagiosità sia maggiore della Delta.