Le mutazioni presenti nella variante Omicron aiutano il coronavirus a sfuggire alla protezione dei vaccini attualmente a disposizione? I vaccini proteggono o ne serve uno ad hoc? È caos tra case farmaceutiche e scienziati. Secondo Stephane Bancel, Ceo di Moderna, è necessario aggiornare i vaccini, mentre Katalin Kariko, pioniera della tecnologia a mRna con cui sono stati prodotti i vaccini sopracitati e quello di Pfizer-BioNTech, ritiene «improbabile» che l’ultima evoluzione del Covid riesca a “bucare” gli attuali vaccini. Queste divisioni non si riflettono solo sui mercati, ma anche sulla fiducia dei cittadini. In questo contesto incerto, però, l’Italia accelera sul piano delle vaccinazioni, ponendosi un target di 4,6 milioni di somministrazioni entro il 12 dicembre. Ma torniamo allo scontro a distanza tra scienziati.
«Non c’è modo per gli attuali vaccini di garantire contro Omicron lo stesso livello di protezione che garantiscono contro Delta. Penso che la protezione sarà minore, non so di quanto, perché dobbiamo aspettare i dati, ma tutti gli scienziati con cui ho parlato ritengono che non andrà bene», ha dichiarato Stephane Bancel al Financial Times. In precedenza, aveva detto alla CNBC che potrebbero volerci mesi per cominciare a produrre un vaccino efficace contro la variante Omicron. Per tamponare una eventuale emergenza, però, Moderna potrebbe rendere disponibile in tempi brevi una dose booster da 100 microgrammi: «Potremmo decidere di fornire una dose più elevata del vaccino attuale per proteggere magari i soggetti ad alto rischio, gli immunodepressi, e gli anziani che potrebbero aver bisogno di una quarta dose».
VACCINI PROTEGGONO DA VARIANTE OMICRON?
Alla cautela invita invece la biochimica Katalin Kariko, secondo cui «è ancora presto per dire quanto la nuova variante Omicron del coronavirus riduca la protezione dei vaccini». Al Corriere della Sera ha spiegato che quel che conta è proseguire la campagna vaccinale. La ricercatrice ungherese ritiene che servano più dati per esporsi e che l’evoluzione del virus «non significa che per ogni variante serva un nuovo vaccino», perciò ritiene «improbabile» che la variante Omicron “buchi” i vaccini anti Covid. «Il virus non ha il lusso di cambiare il modo in cui entra nella cellula. Sono abbastanza limitati». Dunque, vaccinarsi è ancor più importante, e questa variante lo conferma, in quanto «più persone si vaccinano e meno possibilità ha il virus di evolvere e mutare».
Ugur Sahin, che di BioNTech è uno dei co-fondatori, ha spiegato al Wall Street Journal che la variante Omicron può portare a un maggior numero di contagi tra le persone vaccinate, che però manterranno un’alta probabilità di rimanere protette da infezioni con sintomi gravi. Quindi, anche se la nuova variante può aggirare facilmente gli anticorpi a causa delle sue mutazioni, il coronavirus probabilmente resterà vulnerabile alle cellule immunitarie che lo distruggeranno una volta entrato nel corpo. «Il nostro messaggio è: non fatevi prendere dal panico, il piano rimane lo stesso: accelerare la somministrazione del richiamo», ha dichiarato Sahin. Dunque, in via cautelativa è stato avviato lo sviluppo di un vaccino adattato, ma la ricerca andrà avanti in parallelo con lo studio della natura della nuova variante Omicron. «Per evitare di perdere tempo, stiamo perseguendo questi due obiettivi in parallelo fino a che non saranno disponibili dati e che non avremo altre informazioni per determinare se il vaccino contro il Covid attualmente disponibile ha effettivamente bisogno di essere adattato o no», la spiegazione della portavoce dell’azienda in una intervista alla Dpa.
Invece Johnson & Johnson valuterà il suo vaccino anti-Covid: sta infatti testando il siero del sangue dei partecipanti agli studi sul richiamo completati e in corso per verificare l’attività neutralizzante contro la variante Omicron. Ma sta anche lavorando a un vaccino specifico contro la variante, da portare avanti a seconda delle necessità. «Lo porteremo rapidamente avanti negli studi clinici, se necessario», ha dichiarato Mathai Mammen, Global Head di Janssen Research & Development, J&J. D’altra parte, resta fiducioso «nelle robuste risposte immunitarie umorali e cellulo-mediate generate dal vaccino di Johnson & Johnson contro il Covid, dimostrate dalla durata e dall’ampiezza della protezione contro le varianti riscontrate finora negli studi clinici».
DA ISRAELE “TRE DOSI VACCINO SUFFICIENTI”
In questo marasma di opinioni e supposizioni trovano spazio anche le parole di Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Ema (Agenzia europea del farmaco), che in un’audizione al Parlamento europeo ha insistito sulla necessità di correre con i richiami, visto che la copertura dei vaccini cala nel tempo, ma al tempo stesso ha affermato che «anche se la nuova variante si diffonderà di più, i vaccini che abbiamo continueranno a garantire protezione». Nonostante ciò, Emer Cooke ha ricordato che sono in vigore linee guida che permettono alle case farmaceutiche di usufruire di un percorso accelerato per i vaccini adattati alle varianti Covid. Le valutazioni sono in corsi, ma «abbiamo piani di emergenza», ha detto la direttrice dell’Ema. La linea è chiara: «Siamo pronti per il peggio anche se speriamo per il meglio». Quindi, visto che i vaccini restano l’arma chiave in questa “guerra” contro il Covid, bisogna tenere aperta la possibilità di adattare i vaccini, che possono essere approvati «in tre-quattro mesi».
Quel che occorre stabilire è se ciò è necessario. Torniamo, dunque, al punto di partenza. Servono dati e informazioni che saranno disponibili tra due-tre settimane. Secondo Nitzan Horowitz, ministro della Sanità israeliano, con tre dosi di vaccino Pfizer molto probabilmente si è protetti anche dalla variante Omicron. «La situazione è sotto controllo e non c’è motivo di panico. Ci aspettavamo una nuova variante e siamo pronti. Nei prossimi giorni avremo informazioni più precise sull’efficacia del vaccino, ma i primi dati mostrano che un terzo richiamo protege dalla variante». Equilibrata anche la posizione di Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, che a DiMartedì, su La7, si è mostrato ottimista: «Ci sono alcuni elementi negativi, che sono la velocità con cui si trasmette. Gli aspetti positivi sono il fatto che non dà una sintomatologia più grave e che per il momento il vaccino le tenga testa. Dai dati che ci arrivano sembra che Pfizer protegga anche da questa variante».