78mila casi in un giorno in Gran Bretagna, 27mila in Sud Africa, uno “tsunami” secondo l’OMS: stiamo parlando della variante Omicron, di cui ancora non moltissimo si conosce specie sull’effettiva pericolosità degli effetti. Al momento in Italia la presenza è tutt’altro che dominante, come indica l’ultimo studio dell’Iss con la Fondazione Bruno Kessler presentato oggi (con dati riferiti al 6 dicembre) eppure gli ultimi interventi del Governo puntano proprio a mantenere l’allerta massima per provare a contrastare l’ulteriore rialzo dei contagi.
«In Italia il 6 dicembre scorso la variante Delta era ancora largamente predominante, con una prevalenza stimata superiore al 99%, mentre per la Omicron sono stati trovati 4 casi, corrispondenti allo 0,19% del campione esaminato»: più che sui numeri, evidentemente in evoluzione già nel momento in cui stiamo scrivendo, è l’analisi su alcune specifiche della variante scoperta in Sud Africa ad essere rilevanti. «La presenza della variante “Omicron era largamente attesa, in linea con quanto osservato anche negli altri Paesi, e le prossime indagini ci permetteranno di stimarne la velocità di diffusione. Restano fondamentali le raccomandazioni date finora, di iniziare o completare il ciclo vaccinale anche con la dose booster e di seguire le misure di distanziamento e igiene per ridurre al minimo la diffusione del virus», ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore Sanità Silvio Brusaferro, «La flash survey dà una fotografia della situazione in un determinato giorno, da cui si può stimare la prevalenza delle varianti in circolazione».
VARIANTE OMICRON, L’ALLARME DELLA ECDC
In attesa di nuovi studi e analisi nei prossimi giorni – già a partire dal monitoraggio Iss settimanale in arrivo venerdì 17 dicembre – sulla variante Omicron giunge l’allarme dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). «La probabilità di un’ulteriore diffusione della variante Omicron del Covid nell’Unione europea è molto alta e nella situazione attuale, la sola vaccinazione non consentirà di prevenirne l’impatto», spiegano dall’ente europeo nel documento aggiornato sulla variante del Covid-19, «invitiamo ad una rapida reintroduzione e rafforzamento di misure non farmacologiche per ridurre la trasmissione di Delta in corso e per rallentare la diffusione di Omicron». Non basta dunque il vaccino per schermare dal contagio in evoluzione della Omicron, secondo l’Ecdc, «E’ urgente intraprendere azioni forti per ridurre la trasmissione e alleviare il pesante carico sui sistemi sanitari e proteggere i più vulnerabili nei prossimi mesi. I Paesi hanno diverse opzioni di risposta in vista delle festività natalizie», sottolinea Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc. Rimane dunque prioritario, per l’ente sanitario, l’utilizzo adeguato di distanziamento, mascherine, smart working e quarantene: «dovrebbe essere data priorità alla ricerca dei contatti, indipendentemente dallo stato vaccinale. I test rimangono uno strumento importante e le persone con sintomi dovrebbero essere testate indipendentemente dal loro stato vaccinale», rilancia l’Ecdc. Da ultimo, Ammon ribadisce l’importanza dell’isolamento delle persone positive al Covid con variante Omicron: «La sorveglianza genomica rimane di grande importanza e il sequenziamento dovrebbe essere eseguito per confermare l’infezione con una variante specifica». Preoccupa infine anche l’infezione di Omicron sui cittadini vaccinati: la vaccinazione però rimane una componente chiave nell’affrontare la circolazione di Delta e nella riduzione dell’impatto di Omicron, specie sugli esiti gravi (ricovero e terapie intensiva), «secondo i dati della sorveglianza, finora i vaccini hanno salvato quasi mezzo milione di vite».